Questa è la Triestina formato-salvezza

Grinta, concentrazione e una classifica migliore. Ma Arrigoni deve tenere alta la pressione
TRIESTE. «Voglio più impegno e maggior concentrazione dai giocatori». Questo era stato il messaggio lanciato da Arrigoni alla vigilia della sfida di Bergamo. E il messaggio è giunto a destinazione e si è tradotto sul campo. Per la prima volta (anche se in parte era successo in casa contro il Cesena) la squadra ha giocato con attenzione (nonostante un paio di svarioni ci siano stati). Insomma la Triestina che ha battuto l’AlbinoLeffe ha giocato come deve fare un team che in questo momento deve pensare esclusivamente a salvarsi. Tutti si sono sforzati di non perdere la posizione, di aiutare i compagni con i raddoppi, di seguire la fase offensiva quando le condizioni lo hanno consentito. Il 3 a 0 finale non è il risultato di una partita travolgente ma di una prestazione ordinata e grintosa aiutata da una paio di circostanze fortunate non trascurabili. Ma adesso viene il difficile perché la squadra deve dimostrare sul campo, a partire da sabato contro l’Empoli, che questo approccio non è stato estemporaneo. Si vedrà se l’effetto psicologico di aver fatto un balzo importante in classifica fungerà da ulteriore stimolo o creerà un pericoloso rilassamento.


I SIMBOLI Stankovic e Colombo sono stati gli esempi più chiari dell’approccio voluto da Arrigoni. L’austriaco, all’esordio da mediano, ha sviscerato una grinta e un’efficacia finora intravista solo a tratti. In più il piede buono ha dato un apporto importante alla squadra in fase di impostazione stante l’assenza di D’Aversa. Marko può essere un’ottima alternativa ai mediani. Colombo ha spinto e coperto sulla destra e nella ripresa soltanto una prodezza di Pelizzoli gli ha negato la gioia della rete. L’ATTACCO Anche Della Rocca, oltre ad essere stato tempestivo in occasione del suo primo gol stagionale su azione, ha lottato scrollandosi di dosso quella abulìa nella quale era piombato negli ultimi mesi. Giocare da prima punta solitaria è complicato (e ne sa qualcosa anche Godeas) e le sue caratteristiche poco si adattano a questo compito. Ma a Bergamo è stato più tonico e convinto.


LA DIFESA Non è un caso se in cinque partite la Triestina abbia subito solo 2 reti. Il reparto arretrato è stato coperto sulle fasce dal lavoro degli esterni di centrocampo (Testini, Colombo e Siligardi quando ha giocato). A Bergamo di fatto i padroni di casa non sono mai riusciti a concludere nello specchio della porta. Non è da trascurare poi la predisposizione di Calderoni a guidare il reparto e la sicurezza dell’ex granata nelle uscite aeree.


IL TECNICO Arrigoni ha appena cominciato un lavoro difficile su un gruppo che ha dovuto adattarsi al cambio di tre conduzioni. Con alti e bassi il tecnico romagnolo che è il vero dodicesimo uomo in campo (non si ferma un attimo a spronare e a dare indicazioni ai suoi) ha portato a casa 9 punti frutto anche dei due primi successi in trasferta dell’intera stagione. Finora Arrigoni ha gestito le tante assenze con semplicità e con un pizzico di inventiva: gioca chi sta meglio e si allena meglio e quando c’è da difendere un risultato c’è poco da andare per il sottile. «Io continuo a martellarli, ma gli stimoli devono trovarli loro» ha detto la scorsa settimana. Proseguire in un lavoro sulla testa e sulle gambe (lo spessore atletico complessivo è in crescita) è l’unica medicina per uscire dal tunnel.

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