Totò di Italia ’90: «Meglio la barca che il calcio di oggi che non amo»

Sulle rive nei panni di vip, Schillaci racconta la sua vita attuale: «Mi occupo solo di squadre giovanili ma preferisco viaggiare, avere tempo libero e soprattutto restare sano, anche economicamente»

di Francesco Cardella

TRIESTE

È apparso in forma, quasi ringiovanito, soprattutto stimolato dalla voglia di esperienze che poco abbiano a che fare con il calcio. Salvatore Schillaci, il Totò-gol dei campionati mondiali in Italia del '90, ieri ha fatto ingresso nel cuore della Barcolana, vestendo ufficialmente i panni del vip di turno reclutato dalla sigla Red Carpet. Forfait (quasi preventivato) dello schermitore Aldo Montano ma in compenso vetrina e un breve dribbling sulle rive dell'ex attaccante della Juventus e della nazionale, legato oramai solo marginalmente al mondo che lo ha reso celebre: «Con il calcio ho in pratica solo il legame con la mia scuola calcio di Palermo – ha sottolineato Salvatore Schillaci – per il resto cerco di starmene lontano da altre ribalte, troppe cose sono cambiate dai miei tempi, nel gioco, nella qualità e persino negli ingaggi. Oggi anche un giocatore mediocre riesce a guadagnare tanto e non mi meraviglio – ha aggiunto il cannoniere e miglior giocatore dei mondiali del 1990 – che il pubblico ora diserti sempre di più lo stadio, capisco benissimo questa situazione».

Nel passato calcistico di Totò Schillaci c'è un piccolo lembo di triestinità. Riguarda la sua ricca parentesi con il Messina (219 presenze, 61 le reti), squadra con cui ha giostrato in attacco per un paio di stagioni a fianco del triestino Alberto Diodicibus, verso la metà degli anni '80: «Di Alberto conservo ottimi ricordi – ha aggiunto convinto Schillaci – come giocatore e come uomo. Spero che questa mia visita alla Barcolana mi permetta di rivederlo e di ricordare i vecchi tempi passati assieme». Pagine di ieri. Nell'album attuale di Salvatore Schillaci ci sono nuove figurine, altre partite. La televisione, l'attività da testimonial, qualche incursione nel cinema. Nel grande circo c'è insomma anche lui, ma probabilmente con lo sguardo meno infuocato di quello che lo caratterizzò durante le prodezze sotto rete nel corso delle “Notti Magiche”.

«Non ho mai voluto allenare squadre che non siano giovanili per una precisa scelta di vita – ha ribadito Schillaci – in questo momento voglio avere tempo libero, non amo troppi condizionamenti e mi piace viaggiare e conoscere. Preferisco fare tante piccole cose e poterle raccontare in libertà e con piacere. Cerco quindi di divertirmi, organizzarmi giorno per giorno e mantenermi sano, sotto ogni profilo, anche economicamente. Come si dice, cerco di unire l'utile al dilettevole”.

Schillaci e il mare. Su questo aspetto il Totò – pensiero non ammette sconti: «Sono siciliano, figuriamoci – ha rimarcato l'ex attaccante della Juventus – il mare è in cima ai miei gradimenti, mi rilassa, mi fa stare bene e appena posso me ne vado anche in barca. Anche per questo non ho avuto dubbi sulla visita a Trieste per una manifestazione di questo tipo». Il suo, in effetti, è un ritorno a Trieste. Schillaci aveva infatti già respirato da vicino le Rive, San Giusto e dintorni in occasione delle riprese di un film girato con Claudio Biso, circa due anni fa. In questo fine settimana avrà modo di vivere solo il ciak della Barcolana e di reinventarsi vip per un giorno, come ora implica il suo copione: «Ho avuto modo di vedere meglio Trieste – ha concluso Schillaci, regalando una cartolina alla città – è bellissima ed è particolare tutta la Barcolana. Tutta questa gente, tra le barche e il mare. Un vero spettacolo».

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