Totti raccontato da Paolo Condò tra mille aneddoti e curiosità
la presentazione
TRIESTE
Un mito, probabilmente irripetibile «perché Francesco Totti è nato ed è vissuto in un calcio che oggi non c’è più». Paolo Condò, giornalista triestino, noto commentatore del calcio in televisione, ha sintetizzato così la figura del grande campione della Roma e della Nazionale ieri sera, alla libreria Lovat, presentando il suo libro, scritto a quattro mani assieme proprio a Francesco Totti, “Un capitano” (Rizzoli).
«Basta un solo elemento - ha detto - per spiegare l’incondizionato amore dei suoi tifosi per lui e il grande rispetto riservatogli dai supporter delle altre squadre, cosa particolarmente rara nel nostro calcio. Totti è rimasto sempre fedele ai colori giallorossi della Roma. Ha detto no a offerte favolose come quella che gli arrivò dal Real Madrid e questa sua caratteristica lo ha reso unico».
Andando poi nel cuore del libro, sollecitato anche dalle domande che gli ha posto l’ex campionessa di scherma Margherita Granbassi, Condò ha citato episodi e retroscena di grande impatto. «Per realizzare il libro - ha precisato - ho registrato una settantina di ore di interviste. All’inizio Francesco era un po’ timido nel raccontarsi - ha rivelato - poi nel tempo il rapporto si è consolidato». Inevitabile il riferimento al Mondiale di Germania vinto dall’Italia nel 2006: «Totti mi ha raccontato che, nella semifinale poi vinta proprio contro i tedeschi, il ct Lippi, alla fine dei tempi regolamentari, disse ai giocatori “dovete vincere ed evitare i rigori perché avete giocato meglio”. Allora Gattuso, compagno di scopa di Totti nei lunghi ritiri della Nazionale, lo avvicinò e gli disse: “France’, senti che il pubblico è silenzioso, perché sanno cosa sta per succedere”. E vincemmo».
Condò ha posto Totti sul piano degli altri grandi campioni sempre fedeli ai colori di una sola squadra, Paolo Maldini del Milan, Alessandro Del Piero della Juventus, Gigi Riva del Cagliari e Giancarlo Antognoni della Fiorentina. «E questi ultimi due in particolare - ha concluso - meritano la citazione perché facevano parte di squadre che vincevano poco». —
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