Triestina, Giorgia e i compagni: ci sono i risultati, non lo sponsor
Cresce il settore paralimpico alabardato e arrivano richieste di nuove adesioni da famiglie di atleti con disabilità. Ma lavoro ed entusiasmo aspettano un premio

Lasorte Trieste 21/09/18 - Piscina Bianchi, Triestina Nuoto, Squadra Disabili
Trieste, i campioni paralimpici insieme per vincere i pregiudizi
TRIESTE Il miracolo ormai si sta consolidando ed è già una realtà. Due corsie della Bianchi piene, l’entusiasmo di mettersi alla prova affondando con le bracciate anche i pregiudizi. I sorrisi e l’eccitazione dei minuti che precedono l’allenamento cedono il passo alla concentrazione e alla fatica, perchè, come racconta Giorgia Marchi dall’alto dei suoi 9 bronzi europei - e dalle campionesse non si pretendono gli eufemismi - «per vincere ci facciamo un mazzo».
L’effetto Giorgia, protagonista degli Inas Summer Games per atleti con disabilità intellettiva relazionale, alimenta la crescita del settore paralimpico della Triestina Nuoto. I risultati arrivano, ma in questi casi non conta solo il crono. Sotto la guida di Nicoletta Giannetti, macinano chilometri in vasca atleti con disabilità intellettiva o fisica. Della squadra fanno parte, con Giorgia Marchi, 17 anni, Alessia Destradi (19), Riccardo Fuso (17), Daniele Vocino (21), Luca Bolognino (18), Sara Schettino (25), Jasmin Frandoli (32) e Margherita Sorini (14). Un gruppo affiatato, l’invidia non abita qui. Racconta ancora Giorgia: «Sarebbe bello se le mie medaglie servissero a spingere anche i miei compagni sul podio».
L’esempio triestino si fa apprezzare e nelle ultime settimane altre cinque famiglie di atleti con disabilità, anche da fuori regione, hanno chiesto di poter entrare nella squadra ed allenarsi alla Bianchi. Un premio al lavoro dei tecnici e dei ragazzi. Ma un altro premio, necessario per dare al progetto fondamenta sempre più solide, tarda ad arrivare. Nonostante l’eco dei successi, infatti, non si è ancora fatto avanti nessuno sponsor. Lo sport paralimpico non sopravvive solo con le pacche sulle spalle. Però un pulmino può regalare un sogno. —
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