Triestina, due passi in avanti dopo il pareggio con la Pergolettese
La Triestina ha ritrovato i tifosi e i primi segnali di un club che ha tagliato con il passato: lunedì l’esito del ricorso sulla penalizzazione di 13 punti

Un pareggio casalingo alimenta sempre un alone di delusione. E a maggior ragione se quell’alone si addensa attorno a una squadra come la Triestina impegnata in una rimonta surreale determinata a tavolino. Sembra un paradosso ma il sabato pomeriggio al Rocco invece segna due passi in avanti per questa stagione che quest’estate ha rischiato nemmeno di cominciare.
Il ritorno dei tifosi, al di là di quello che può essere il supporto ai giocatori che a volte ma non sempre determina le prestazioni, è un fatto di rilievo. Numericamente l’incremento è stato di 600-700 unità rispetto all’ultima gara al Rocco vinta con il Renate ma questo conta poco.

Quel che conta invece è che la cesura forte con il passato (l’interruzione dei contratti con Menta e Stella dopo la fuoriuscita del presidente Rosenzweig) della nuova gestione societaria sia stata riconosciuta da chi segue da decenni l’Unione e ha vissuto mesi di sofferenza nel non poter stare vicino alla loro squadra.
L’Unione a giugno-luglio è stata a un passo dal quarto fallimento della sua storia centenaria e, pur con tutta la prudenza del caso, i nuovi americani rappresentati ora dal presidente Zelenovic lo hanno scongiurato. L’opera di risanamento è appena cominciata, così come la ricucitura del legame con il territorio.
Lunedì si conoscerà l’esito dei ricorso avverso alla tranche dei 13 punti di penalizzazione. Comunque vada, auspicando uno sconticino, si chiuderà un’altra finestra sul passato. Il secondo passo in avanti è quello fatto dalla squadra. Per la seconda volta in inferiorità numerica gli uomini di Marino non si sono lasciati sopraffare dall’avversario. Anzi contro la Pergolettese hanno risposto colpo su colpo.
Prestazione e risultato vanno valutati nella circostanza venutasi acreare in campo dopo l’espulsione di Silvestri. Sul piano dell’organico è emerso come la difesa (oltre all’attacco) abbia troppo poche pedine da spendere. Senza Silvestro e Tonetto (indisponibili) e con Silvestri uscito dalla gara, il tecnico aveva due opzioni: togliere una punta o un centrocampista per inserire il serio ma poco esperto Kosjer o trasformare la difesa a quattro ma pagando il prezzo di far giocare due uomini e mezzo fuori ruolo.
Vicario (al di là del suo valore) esterno d’attacco a fare il terzino sinistro, la mezz’ala Pedicillo sull’altro fronte e Anzolin al centro. La linea ha retto perché aiutata dalla mediana fin quando ha avuto birra e anche dalla generosità davanti di Faggioli. La sua prestazione tecnica insufficiente è anche figlia dei chilometri percorsi.
Insomma i limiti sono noti e no superabili fino a gennaio, la conseguenza è che pur nella continuità di risultati mancano alcuni acuti che servirebbero come il pane per tornare sopra lo zero. Il tempo per crescere non manca e soprattutto quello impiegato in questi due mesi e mezzo di lavoro non è stato sprecato.
Grazie al lavoro di Marino, dello staff e dei giocatori i tifosi possono contare su una Triestina viva anche nelle circostanze negative. Viste le vicissitudini del passato questo è un aspetto che vale tanto. La base per tentare una salvezza quasi impossibile ci sono, ma soprattutto sono stati ,si stanno mettendo i primi tasselli per capire se a partire da gennaio per la Triestina esisterà un futuro meno tribolato.
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