Triestina, un tempo senza la fame di vincere La squadra c’è ma i giocatori devono svegliarsi

TRIESTE. Se qualcosa c’è da imparare dalla sconfitta della Triestina in casa contro il Ravenna è che a questo punto qualunque aspettativa va riposta nel cassetto. Dopo un avvio di stagione che le premesse avrebbero voluto frizzante e che l’andamento sul campo ha invece reso poco piacevole, forse non serviva un’altra testimonianza sulla precarietà della situazione in casa alabardata.
Le tre sconfitte di fila, l’esonero di Pavanel, l’affidamento della squadra a Princivalli pro tempore, un traghettamento verso un nuovo allenatore che si protrae, sono sufficienti a indicare come il progetto iniziale vada rivisto e ridefinito. Quindi è bene che pubblico e addetti ai lavori accantonino il passato e si concentrino sul presente e forse sul futuro. Ed è bene che anche i giocatori se ne rendano conto. Le due vittorie ottenute contro Arzignano e Vis Pesaro hanno dimostrato che le qualità ci sono quando abbinate a concentrazione e determinazione.
Contro il Ravenna è invece riemerso un vecchio vizio. Dopo una decina di minuti iniziali di buon ritmo la squadra si è adeguata all’atteggiamento compassato degli avversari. È come se nei giocatori fosse emersa la consapevolezza che prima o poi, vista la qualità dei singoli, il gol sarebbe arrivato. Ebbene così si rischia di impantanarsi e di perdere (come è successo) anche partite che, viste le occasioni costruite nella ripresa, si possono vincere. Insomma le potenzialità si traducono in rendimento e continuità solo se portate al massimo.
In buona sostanza il gruppo non sembra animato dalla stessa fame di risultato che hanno gli avversari pur tecnicamente meno attrezzati. Non è un caso se a fine partita due uomini d’esperienza come Malomo e Granoche abbiano parlato di responsabilità dei giocatori.
Ed è anche per questo motivo (non il solo evidentemente) che la società continua con Princivalli (in tandem con Milanese) anche all’indomani di una sconfitta. Perché se il progetto tecnico e anche l’obiettivo non è quello di luglio, con o senza Princivalli dopo l’esonero di Pavanel, senza la convinzione dei giocatori non si va da nessuna parte. Troppo facile e inutile sarebbe ora scaricare su altri le responsabilità di questa situazione.
Se le prime sconfitte non sono state sufficienti a correggere l’atteggiamento questa contro il Ravenna, per quanto troppo severa e condizionata da episodi negativi, dovrebbe essere l’ultima lezione da capitalizzare.
Ora ci sono due occasioni per confrontarsi con squadre di rango. Reggiana e Padova possono dimostrare sul campo se sono o no superiori alla Triestina. Ma la Triestina ha il compito di dimostrare di giocare al massimo delle sue possibilità. Al di là dei risultati e di chi sta in panchina. Almeno questo i tifosi seppur delusi se lo aspettano.
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