Vernì e il battesimo fortunato al Rocco: «Le offerte entro mercoledì»

A fine gara il curatore fallimentare fa il punto: «Pensavo venisse più pubblico ma è stato vicino alla squadra. Cauzione necessaria per proseguire l’esercizio»
Giuseppe Alessio Vernì
Giuseppe Alessio Vernì

TRIESTE. Il suo battesimo al Rocco è stato fortunato. Già, perché per il curatore fallimentare Giuseppe Alessio Vernì, quella di ieri è stata la prima volta in assoluto allo stadio a vedere la Triestina, nonostante abbia dei figli che giocano a calcio. A dire la verità, si aspettava di vedere più gente attorno a lui dopo l’appello fatto in settimana, ma la speranza è che la prossima volta vada meglio: «Come presenze avevamo sicuramente un obiettivo maggiore - ammette Vernì - il carnevale non ha certo aiutato. Ma chi è venuto ha incitato e sostenuto la squadra, la partita è stata emozionante e quindi sotto questo aspetto è andata bene. Il mio ringraziamento va ai giocatori per l’impegno e per la grande volontà di andare avanti. Poi grazie allo staff e a tutti quelli che ho già citato che hanno permesso di giocare questa partita».

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Ma archiviata la vittoria sul Tamai, adesso si apre una settimana decisiva per le sorti della Triestina. Una procedura complessa dalla quale dipenderà la possibilità di andare avanti fino all’asta, un percorso che Vernì spiega nei dettagli: «Noi abbiamo invitato le persone che hanno manifestato un interesse ad acquistare l’azienda sportiva, a formalizzare una richiesta che deve avere dei requisiti fondamentali: il termine per presentarla è quello di mercoledì 10 febbraio alle ore 12. Avremo quindi modo di vedere le offerte e sulla base di quelle faremo il punto assieme al tribunale e verrà coinvolto il giudice delegato. Faremo un’analisi precisa e dagli esiti capiremo come gestire le giornate successive. Servirà un giorno, un giorno e mezzo per esaminare tutto, si saprà credibilmente qualcosa verso fine settimana».

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E mentre fuori dagli spogliatoi Milanese e Vascotto parlano assieme, il curatore Vernì spiega a cosa serviranno queste offerte, partendo da una premessa: «Oggi materialmente non si può vendere l’azienda sportiva, perché non è stata ancora oggetto di perizia, e poi per la procedura fallimentare deve essere rispettata la vendita pubblica da gara. Noi stimiamo che per arrivare alla vendita ci vogliono circa due mesi, tra i trenta giorni obbligatori per la pubblicità e il materiale tempo tecnico per la perizia. Queste offerte servono quindi a garantire le provviste alla procedura, che adesso non ha liquidità, per proseguire l’esercizio per 60 giorni. Insomma per avere nelle casse l’importo sufficiente per arrivare poi alla gara».

Cosa ci sarà in queste buste? «Se saranno strutturate come abbiamo indicato - spiega Vernì - saranno offerte irrevocabili di acquisto, cauzionate dell’importo che i soggetti decideranno di cauzionare, perché naturalmente non potevamo dare ulteriori indicazioni. Nel caso in cui la cauzione fosse sufficiente al fabbisogno stimato per due mesi, le offerte saranno ritenute accettabili e fra quelle arrivate faremo una cernita sulla base di precisi requisiti». Requisiti che Vernì illustra nel dettaglio: «Il primo è di carattere patrimoniale con verifica di solidità, referenze bancarie o bilanci in caso di società. Un altro requisito è la presentazione di un programma sportivo, perché la procedura di vendita di una società calcistica deve anche rispettare la regolamentazione Figc: una volta che il soggetto ha acquistato l’azienda, deve rispondere a precisi adempimenti per poter riottenere l’affiliazione che è stata revocata con il fallimento. E infine dei requisiti di onorabilità, che fanno riferimento anch’esse alle norme federali».

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