Zucca, un arbitro da All Star Game

TRIESTE. «L'arbitro migliore è quello che alla fine non si nota e porta a conclusione la partita senza aver influito». Partendo da questa saggia considerazione, si capisce quanto sia meritata la...

TRIESTE. «L'arbitro migliore è quello che alla fine non si nota e porta a conclusione la partita senza aver influito». Partendo da questa saggia considerazione, si capisce quanto sia meritata la permanenza tra gli arbitri di prima fascia del triestino Daniele Zucca, reduce dalla bella esperienza nell'All Star Game femminile di A1 a Reggio Emilia.

«È esaltante vedere tanto pubblico e atlete di livello - spiega - in quello che è però un evento spettacolare, non una partita vera con la tensione dei tre punti. Anche i due tecnici, Gaspari e Caprara (che Zucca ha diretto solo pochi mesi fa nella finale-scudetto Conegliano-Piacenza, ndr) avevano volti distesi, scherzavano con noi, cosa più difficile da vedere durante il campionato».

Al suo seguito oltre una decina di “tifosi personali”, capitanati dal presidente Fipav Walter Rusich. Come si arriva tra i top-arbitri nazionali?

Con la passione. Dopo aver giocato alcuni anni, nell'85 in seguito ad un infortunio mi avvicino per curiosità ad un corso arbitri. Nell'86 dirigo la prima gara, poi salgo al ruolo nazionale e dal 2001 approdo in serie A. Il 2009 è l'anno da ricordare: mi affidano la finale di Coppa Italia, ricevo il premio Massaro da miglior arbitro di A2 e vengo promosso in A1 maschile.

Chi l'ha seguita e spronata in questo cammino?

Non posso dimenticare i miei maestri, Caputo e Facchettin, che mi hanno svezzato e lanciato verso questi traguardi. Insieme anche all'inseparabile amico Corrado Toso (ora osservatore nazionale, ndr), compagno di banco a scuola ed arbitro con me dall'86 al 2008.

Domenica è di nuovo campionato, le tocca Modena...

Sì, io e Santi (arbitro olimpico italiano a Londra 2012) siamo i designati per un grande classico del volley maschile, Modena-Ravenna. Sarà l'occasione per debuttare con l'utilizzo del “video check” (una sorta di moviola già sperimentata lo scorso anno). Ma è l'occasione anche per salutare Loris Manià.

Quali sono le difficoltà maggiori che incontra?

Premetto che faccio una cosa che mi piace e per la quale siamo retribuiti in modo giusto. Mi tocca spesso partire al sabato, subito dopo il lavoro, e tornare a Trieste magari il lunedì, stando via così due-tre giorni e questo mi tiene lontano da famiglia ed amici.

Qualche aneddoto...

Nel '92 alle finali del Trofeo delle Regioni, vidi bene e profetizzai un gran successo ad un ragazzino U15 del Veneto, poi premiato quale mvp. Quel giovanotto di belle speranze era Valerio Vermiglio. Poi nel 2009, quando diresso la finale di Coppa Italia di A2 vinta da Gioia del Colle, ricevetti un sacco di complimenti dal centrale, il triestino Fabio Belardi.

Andrea Triscoli

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