A Parenzo caccia ai reperti romani

In base ai ritrovamenti sarà definito il piano di ripavimentazione e infrastrutturazione delle vie centrali
Una veduta aerea della Basilica eufrasiana di Parenzo
Una veduta aerea della Basilica eufrasiana di Parenzo

PARENZO. Nel nucleo storico di Parenzo, dove si trovano numerose testimonianze dell'epoca romana, sono riprese le operazioni di ricostruzione e di restauro che riguardano in primo luogo la pavimentazione, su una superficie complessiva di 5.800 metri quadrati.

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Riprende così il suo corso un'opera di vasto respiro avviata nel 1994 dall'amministrazione municipale assieme ad alcuni partner. Oltre alla ripavimentazione il progetto include la sostituzione delle infrastrutture sotterranee, dalla rete fognaria al sistema di smaltimento delle acque meteoriche, dalle tubature della rete idrica e del gas, ai cavi della corrente elettrica, telefonica e della tv via cavo, nonché dell'illuminazione pubblica. A lavori ultimati pertanto le facciate degli edifici dovranno risultare libere da ogni sorta di fili.

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Del complesso intervento sino a questo momento sono state portate a compimento quattro fasi. Per definire nei dettagli il progetto della quinta, si attendono i risultati dei lavori di ricerca e di ricognizione nel sottosuolo avviati pochi giorni fa. Lavori dai quali si attende una risposta proprio su eventuali ulteriori siti archeologici presenti.

In pratica, in 25 punti dell'area interessata dai futuri lavori, di fronte alle facciate degli edifici in 25 punti dell’area interessata dai lavori vengono collocate delle sonde geotecniche. Sette sonde per i rilievi archeologici vengono collocate in altrettanti punti, di cui tre davanti alla Sala dell'Antica dieta istriana nell’attuale via Ivan Gundulic e quattro in piazza Marafor.

I risultati ottenuti con questi metodi d'indagine - che permettono appunto l'esplorazione diretta del sottosuolo - verranno dunque usati per definire i parametri principali di progettazione per la ricostruzione e il restauro.

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L'archeologo Davor Munda del Museo etnografico del Parentino, incaricato delle ricerche, spiega come le esplorazioni del sottosuolo non siano affatto casuali. «Presso la Sala della Dieta istriana - dice - stiamo cercando i resti della chiesetta paleocristiana di San Tommaso, risalente al quinto secolo, e di un'antica strada, per la precisione il settore nord del Decumanus di cui però nelle esplorazioni precedenti non c'è traccia: noi comunque siamo convinti che esista».

E dal Decumanus, che costituisce la via centrale di Parenzo, si arriva in piazza Marafor che ricalca in buona parte l'antico Foro romano, di dimensione quadrata con il lato di 44 metri. In alcuni punti si può distinguere l'originaria pavimentazione antica della piazza, conservata in parte sotto il lastricato attuale. Si tratta insomma di un notevole patrimonio storico-architettonico di epoca romana che attende di essere ulteriormente valorizzato.

I lavori di ricerca vengono finanziati dalle casse municipali con l'importo di 18mila; per la stesura della documentazione progettuale si cercherà poi di ottenere fondi europei. Il centro storico di Parenzo è ovviamente dominato dalla basilica di Sant'Eufrasio, che nel 1997 è stata inserita nel World Heritage List, l’elenco dei siti patrimonio dell'umanità.

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