A Trieste arriva la nave che affondò l’Andrea Doria

Lo Stockolm trasformato in unità da crociera attraccherà alla Marittima il 12 settembre 2016 a 60 anni dalla collisione
La Stockholm (oggi Azores): 50 anni fa speronò e affondò la Doria
La Stockholm (oggi Azores): 50 anni fa speronò e affondò la Doria

TRIESTE Più meraviglia, stupore o rabbia? Non è pronosticabile cosa proveranno i triestini appassionati di mare quando il 12 settembre 2016 vedranno arrivare e ormeggiare alla Stazione marittima lo Stockolm, l’affondatore dell’Andrea Doria oltretutto a sessant’anni esatti da quello storica terribile collisione. Il 25 luglio 1956 tra Nantucket e New York la prua della nave della Swedish America line squarciò una fiancata del transatlantico dell’Italia di navigazione che si coricò su un fianco e affondò 11 ore dopo. Morirono 46 passeggeri dell’Andrea Doria e 5 dello Stockolm. Il relitto della nave che rappresentava uno dei punti d’orgoglio dell’Italia giace ancora, posato sul fianco di dritta, a 75 metri di profondità davanti alle coste statunitensi. Lo Stockolm al contrario non vuole morire, ha cambiato più volte nome, è stato riallestito come nave da crociera e l’anno prossimo durante la navigazione in Mediterraneo, risalirà l’Adriatico e farà tappa anche a Trieste accendendo una stagione crocieristica, quella del 2016, che ancora una volta vivrà soprattutto delle toccate settimanali di Costa Mediterranea, a partire però già da marzo.

È stata la compagnia britannica Cruise&maritime voyages ad aver già da quest’anno charterizzato dalla portoghese Portuscale cruise, la Azores, che non è che l’ultimo nome dello Stockolm, a favore del mercato crocieristico soprattutto britannico. Oggi conta 227 cabine, l’85% delle quali con finestrature vista mare e oltre il 20% di classe deluxe incluse nove suite con balcone. Secondo alcuni siti web alla fine di questa stagione estiva cambierà nuovamente nome e sarà ribattezzata per cui a Trieste dovrebbe arrivare con il nuovo nome di Astoria. Dopo la collisione con l’Andrea Doria, lo Stockolm venne riparato a New York dalla Bethlehem steel company shipbuilding division con un costo di un milione di dollari e solo tre mesi dopo l’incidente riprese servizio nella Swedish America Line fino al 1960.

Ne traccia nei dettagli la storia successiva Fabio Pozzo su La Stampa: «Nel 1965 passa nelle mani dei sindacati metalmeccanici della Germania Est che l’acquistano a un prezzo politico e la fanno navigare nel Mare del Nord col nuovo nome di «Volkerfreundshaft» (Amicizia del popolo) e con un programma di mini-crociere premio per gli operai più stakanovisti. Nel 1987 un nuovo armatore norvegese la ribattezza «Fridtjon Nansen» e la ormeggia ad Oslo dove viene utilizzata come ricovero per perseguitati politici. Nell’89 decidono di acquistarla due italiani, il finanziere Eugenio Buontempo e l’armatore Salvatore Pianura, che avevano dato vita alla Starlauro. L’ex Stockholm viene ristrutturato non prima però di passare nelle mani di Gianluigi Aponte e quindi di Vittorio Chiesa che fonda la Nina di Navigazione per armarla. Nel 1992 la nave è della Dorking International, sede a Ginevra e grande fiducia in Bruno Quiriconi, un uomo d’affari toscano. Due anni di lavori e rinasce come «Italia Prima».

Nel 1995 la nave viene noleggiata da un tour operator tedesco, quattro anni dopo diventa Valtur Prima ed è gestita dall’omonima compagnia turistica che la tiene a L’Avana e l’impiega in crociere nei Caraibi. Ma dopo l’11 settembre 2001 le crociere frenano e l’ex Stockholm resta all’ormeggio. Finché riparte, come Caribe al noleggio della Festival Cruises di George Poulides, che però poi fallisce. Ma rinasce ancora. Il 26 gennaio di quest’anno ha fatto l’ennesimo viaggio inaugurale da Bristol, di 30 notti nelle West Indies.

Lo Stockolm era stato varato nel 1948 e già il viaggio inaugurale era stato pessimo: incappò in una tempesta e un passeggero morì. L’ultima disavventura il 3 dicembre 2008 nel Golfo di Aden: i pirati somali circondano la nave con ventinove imbarcazioni. L’equipaggio riesce a scongiurare l’abbordaggio utilizzando gli idranti e all’arrivo di un aereo P3 Orion della Marina militare degli Stati Uniti i pirati si allontano e la Azores (è già questo il suo nome) può riprendere la navigazione verso l’Australia.

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