Affidata al professor Cecotti la memoria dell’esodo

CORMONS. Sarà il professor Franco Cecotti, uno dei massimi esperti italiani sul dramma delle Foibe e dell'Esodo, il protagonista dell’incontro dal titolo “Guerra e violenza al confine orientale 1914- 1954” organizzato dal Comune di Cormons per la ricorrenza del Giorno del Ricordo il prossimo 16 febbraio in sala civica. L'appuntamento è aperto a tutta la cittadinanza ma è soprattutto rivolto alle classi terze della media in municipio il 16 gennaio dalle 12 alle 13.30. La scelta di posticipare l'evento al 16, e non svolgerlo quindi il 10 in cui è istituzionalmente fissato il Giorno del Ricordo, viene spiegata così dall'assessore alla cultura Raoul Nadalutti: «Sfortunatamente il giorno 10 è il Mercoledì delle Ceneri, e prima del 16 non è stato possibile concordare con la scuola un giorno che potesse andare bene alle scolaresche». È lo stesso Nadalutti a tracciare un ritratto del professor Cecotti. Franco Cecotti è un ex insegnante e, tra l’altro, collaboratore del ministero dell'Istruzione in diversi corsi di formazione in didattica della storia. In qualità di ricercatore storico ha pubblicato oltre 50 saggi sulla storia dei confini, sull’emigrazione italiana, sulle condizioni dei civili durante le guerre, sulla Risiera di San Sabba, sulla didattica della storia. In occasione del “Giorno del ricordo” ha tenuto conferenze in decine di città tra cui Milano, Torino, Roma, Modena, Ravenna, Firenze, Gorizia, Udine, Pordenone, Padova e altre località minori. Nadalutti sottolinea anche la valenza della ricorrenza: «Con tale iniziativa si vuole ottemperare nel modo migliore a quanto previsto dalla legge istitutiva del "Giorno del Ricordo», ove si prevede che le iniziative dovrebbero diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole. Oggetto delle iniziative previste dalla legge sono la conservazione della memoria dell’esodo di istriani, fiumani e dalmati successivo alla sconfitta nella guerra di aggressione italo-tedesca, della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e la conoscenza della complessa vicenda del confine orientale. Di quei fatti, di quelle violenze, di quella guerra e delle sue conseguenze ci si deve ricordare, senza dare risposte semplicistiche. La Seconda guerra mondiale ha visto la tragedia dell’esodo di circa 250mila italiani dall’Istria, i morti nelle foibe, l’esodo di quasi 100mila italiani dalla Libia e altri ancora dalle altre colonie italiane dell’”Impero». «Non so, e francamente i dubbi non mancano, se la conoscenza della storia possa fungere da vaccino contro il ripetersi di errori, violenze, intolleranze, sopraffazioni - conclude Nadalutti - ma certamente il suo studio e la memoria possono aiutare a far sì che l’analisi del presente possa essere più acuta».(m.f.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo