Appello dalla Lombardia per il “prato celeste”

Gruppi di preghiera continuano a fare tappa lungo lo stradone della Mainizza sul luogo delle prime “apparizioni” mariane di Vittorio Spolverini
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 28.12.2013 Campo Celeste Farra - Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 28.12.2013 Campo Celeste Farra - Foto Pierluigi Bumbaca

Il prato celeste, lungo lo stradone della Mainizza, continua ad essere abbandonato. Ma i pellegrini non dimenticano Vittorio Spolverini, il veggente che sosteneva di vedere la Madonna. Il gruppo di preghiera della Lombardia continua, infatti, a raggiungere questi luoghi. E si indigna per lo stato di degrado e abbandono del prato celeste «che, per anni, ha accolto migliaia di pellegrini provenienti da tutt’Italia e dall’estero. Purtroppo è con immenso dolore che constatiamo questo degrado, giorno dopo giorno, quando arriviamo dalla Lombardia, tutte le prime domeniche del mese: cosa che abbiamo sempre fatto, senza interruzione, sia prima che dopo la dipartita del nostro caro Vittorio che ricordiamo sempre con affetto. Ci sentiamo tanto impotenti davanti a questo scempio, pensando a quanto fatto con immensi sacrifici in primis da Vittorio e poi da tutti noi pellegrini che per anni siamo accorsi in questo luogo al richiamo della Vergine Santissima».

Sebbene il cancello è ormai chiuso dall’8 dicembre 2011 i pellegrini che si riuniscono per pregare, si ritrovano nel luogo delle prime apparizioni (situato nelle vicinanze del fiume Isonzo) lungo lo stradone della Mainizza di fronte al prato celeste. «Lo facciamo, seppur con qualche scomodità, perché crediamo che per il Cielo qualche sacrificio si possa fare. Comunque in quanto credenti, siamo certi che il prato celeste avrà un futuro migliore. Riaprirà, per accogliere quanti nella fede, giungono in questo luogo certi della presenza di Maria Santissima che ascolta ogni nostra preghiera, perchè così vuole il Cielo».

La vita del fotografo, questo faceva di mestiere, cambiò improvvisamente nel settembre 1988. Una delusione d'amore con una giovane aiutante di studio che lo aveva lasciato dopo una visita a Medjugorie (Dani era sposato con tre figli ma di fatto separato), lo aveva portato un giorno a passeggiare su un prato, dalle parti di Farra d'Isonzo, a due passi dall'Isonzo. E mentre meditava sui suoi problemi di cuore, disse di essere stato folgorato da una visione celeste, quella della Madonna. La notizia fece il giro della città. Un mese più tardi si radunarono oltre 5mila persone su quel prato dinanzi al veggente che, puntualmente alle 14.30, si inginocchiava e puntava gli occhi sbarrati al cielo verso la presunta apparizione mariana.

Spolverini chiuse il suo negozio di fotografo in via Trieste e iniziò la vita da veggente. Acquistò un campo d'altra parte della Mainizza e costruì la sua "chiesa" tra qualche contenzioso legale che riuscì sempre con la sua abilità e inventiva a risolvere. Divenne pure agricoltore pur di ottenere la licenza di costruire un capanno per raccogliere attrezzi e prodotti della terra. In realtà lo adibì a chiesa con tanto di altare e banchi disposti su due file. La Madonna gli apparve prima solo la domenica poi diradò ancora le sue apparizioni limitandole alla prima domenica di ogni mese e nelle grandi feste mariane. La sua esperienza fece breccia non tanto fra i "locali" ma fra la gente venuta da fuori: c'erano sempre di più corriere dal Veneto ed anche dalla Lombardia. E ciò è continuato sino ad un anno e mezzo fa, quando Spolverini è passato a miglior vita.

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