Arte, ritorna a Trieste il contemporaneo con la galleria Mzt

In tempi di crisi economica l'apertura di una galleria privata d'arte contemporanea rappresenta sicuramente una scommessa, ma schiude anche una speranza sul futuro della città. Uno spazio espositivo in sé può essere poca cosa, però lavorando sull'affascinante tema della Bellezza il gallerista stimola il nostro sguardo a orientarsi su colori, video, emozioni, sogni, idee. E se ad aprire lo spazio espositivo è un triestino, Marco Lorenzetti co-curatore dell'evento Kounellis recentemente ospitato in Pescheria, l'iniziativa assume un connotato particolarmente intrigante. Quell'evento tanto apprezzato da convincere centinaia di persone ad accogliere nelle proprie case sassi e corde usati dal maestro per l'opera ha infatti segnato un salto di mentalità tra creatore e fruitore dell'iniziativa. Tanto che sarebbe giusto parlare di arte a Trieste prima e dopo Kounellis, arte intesa come progetto e progettualità.
Lorenzetti dopo l'esperienza milanese alla Nuova Galleria Morone spiega la sua idea di tornare a Trieste come “latente esigenza di appartenenza al luogo”. Luogo che non va letto in chiave sciovinista ma nell'accezione più internazionale del termine. Tanto che a Trieste tornano anche i non triestini. E il gallerista rileva giustamente che – a dispetto di quanto si ripete spesso – il territorio ha dimostrato in più di un'occasione di essere ricettivo. «C'è un pubblico dell'arte contemporanea (e non solo) – osserva Lorenzetti – che non esita a mettersi in moto per andare a vedere in giornata una mostra in un'altra città». E ricorda il caso di un signore triestino già in età rispettabile che con il treno notturno partiva per Parigi-Louvre attirato da un'esposizione e se ne tornava a casa il giorno dopo. «Ma c'è anche un pubblico – aggiunge - che frequenta le gallerie della propria città non per presenzialismo ma per passione». E si chiede: «È possibile che la città di Piero Marussig e Arturo Nathan, sempre memore della propria storia, superi la sbronza di Mitteleuropa e guardi in direzione dell'arte contemporanea?».
La missione di MLZ Art Dep è insomma quella di stimolare questo interesse con una presenza continuativa e una qualità di proposte senza temere di affrontare talvolta scelte non di immediato gradimento. Lorenzetti è conscio che l'arte di oggi affronta attraverso lo sguardo della pittura, della fotografia, del video e della scultura alcune questioni fondative della contemporaneità. «Il gesto artistico – sottolinea - si rileva uno strumento d'indagine privilegiato perché potenzialmente libero da compromessi». Venerdì 23 maggio alle 19 in via Galatti 14 la galleria ha aperto i battenti con la mostra “Cult of personality” a cura di Francesca Lazzarini e dello stesso Lorenzetti, affrontando il tema in modo a tratti ironico. Rimane aperta fino al 31 luglio da martedì a sabato (10-13, 16-19). Una selezione di opere pittoriche e fotografiche, video e installazioni indaga il culto della personalità partendo da un ritratto tardo seicentesco di Luigi XIV, il Re Sole che attraverso la sua parrucca arricciata rende la capigliatura argomento di interesse sociale. Con linguaggi differenti alcuni artisti contemporanei affrontano le figure di imperatori e faraoni, capi di governo ed ex fino a Vladimir Putin e Silvio Berlusconi.
Il grande Ernst Beyeler sosteneva che per un gallerista la parte più eccitante è appendere i quadri: sistemare opere diverse che per un periodo limitato, il tempo dell'esposizione, formeranno un'opera d'arte. Una bella galleria è dunque essa stessa un'opera d'arte. MLZ riunisce le iniziali del gallerista e della moglie, Dep sta per deposito e come tale per anni è stato usato. Deposito, magazzini, altro richiamo antropologico su cui si è fondata la grandezza di Trieste. (f.c.)
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