Casa Campanelle, La Quercia rivince l’appalto per causa

Il giudice amministrativo, sia in primo grado che in appello, l’aveva costretto a rifare i conti. Ma anche a conti rifatti, ribadisce lo stesso giudice, per ora in primo grado, li ha sbagliati. Il Tar torna dunque a dare torto al Comune. O, meglio, alla Commissione comunale che s’è occupata di esaminare le offerte per l’appalto di assistenza ai disabili psico-fisici gravi di Casa Campanelle. Al di là della doppia sconfessione dell’ente, però, fa notizia un’altra cosa: resta in carica, come titolare di tale appalto, il consorzio che per due volte ha impugnato l’esito della gara - esito che in entrambe le occasioni l’aveva visto soccombere, al secondo posto - e che da più di due anni operava in regime di proroga proprio a causa del contenzioso in atto. Ed è una realtà di casa, locale, che in caso di sconfitta certificata anche dal Tar avrebbe dovuto cedere 74 lavoratori al primo classificato, in arrivo invece da Bergamo, operazione che probabilmente ne avrebbe sancito la fine, tanto per la forza lavoro traslocata quanto per la perdita di quell’appalto. D’entità milionaria.
La realtà di casa è l’Associazione d’impresa guidata dalla cooperativa La Quercia, che attraverso l’avvocato Gianni Zgagliardich ha fatto per l’appunto ricorso in proprio e per conto del consorzio stesso assieme a Lavanderia Adriatica Srl, Idealservice e Cooperativa italiana di ristorazione. Morale: la sentenza del Tar, l’ultima, arrivata in questi giorni, “salva” La Quercia. Già perché tale sentenza - confermando l’ordinanza del novembre scorso in cui congelava in via cautelare l’esito della gara in attesa dell’esame di merito avvenuto ora - non solo accoglie il ricorso e annulla la nuova determina d’aggiudicazione alla cooperativa bergamasca Kcs Caregiver, ma sovverte le valutazioni fatte dalla Commissione affermando che la vincitrice legittima è La Quercia. Un riconteggio del giudice, insomma, sul riconteggio del Comune.
Tutto ruota attorno ai punteggi. La Commissione ne aveva dati 96 alla Kcs e 95,97 a La Quercia. Il Tar contesta l’attribuzione di un punto a entrambe «per l’espletata formazione di aggiornamento per i rischi professionali». «Solo la ricorrente - si legge nella sentenza - ha personale al corrente di tali rischi, in quanto formato in occasione del precedente affidamento, essendo La Quercia l’attuale gestore del servizio, mentre illegittimamente è stato attribuito lo stesso punteggio alla controinteressata, che non risulta aver avuto allora personale in tal senso formato, perché ha solo vantato che ne disporrà una volta aggiudicato ad essa il servizio, in quanto sostiene che passerà alle sue dipendenze il personale de La Quercia». Inutile quindi, ancorché rilevato, il fatto che «la controinteressata vanta personale con la qualifica di operatore socio-sanitario che invece, considerato il relativo trattamento economico, non possiede». «Di conseguenza - è la sintesi - l’aggiudicazione spetta alla ricorrente». Che si vede riconoscere pure duemila euro di rimborso dalla concorrente di Bergamo, mentre il Comune dovrà metterne tremila per le spese di giudizio.(pi.ra.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo