Casi di mobbing in crescita nel 2021 Vittime le donne Sono 76 le denunce

Presentati i dati del Punto d’ascolto voluto dal Comune

L’assessore Bernobich: «Portate a galla le vessazioni»

Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 11_01_2022 Comune, iniziative contro mobbing © Pierluigi Bumbaca fotografo
Bumbaca Gorizia 11_01_2022 Comune, iniziative contro mobbing © Pierluigi Bumbaca fotografo

Francesco Fain

Deriva dall’inglese “to mob” (aggredire) il termine mobbing e si riferisce alle forme di terrore psicologico e di aggressione verbale compiute sul luogo di lavoro. Il primo a parlare del fenomeno in questo senso fu lo psicologo tedesco Heinz Leymann. Era il 1986. E le donne, anche a Gorizia e nell’Isontino, continuano ad essere le più colpite.

Ieri mattina in sala Dora Bassi, l’assessore comunale alle Pari opportunità Marilena Bernobich assieme all’avvocato Teresa Dennetta hanno presentato gli ultimi dati dello Sportello d’ascolto anti-mobbing, dai quali si evince che i numeri sono in crescita con il Covid-19 che ci ha messo lo zampino.

Il servizio è stato avviato circa 4 anni fa, in partenariato tra l’associazione di volontariato “Sos abusi psicologici” e il Comune di Gorizia. Nell’anno appena trascorso ha registrato 76 utenti, 12 in più rispetto ai 64 del 2020. E a rivolgersi ai volontari del Punto d’ascolto sono sia uomini sia donne, con netta prevalenza (pari al 67%) di queste ultime. La fascia d’età più interessata è quella oltre i 51 anni (41% del totale). La maggior parte arriva dal settore privato e la categoria più colpita è quella degli impiegati. E se l’utente-tipo è donna, il mobber è certamente maschio, di ogni età.

Sono molteplici le problematiche esposte al team di professionisti che operano al Punto d’ascolto (un avvocato, un medico del lavoro, uno psicologo e un operatore allo sportello) e fanno emergere un forte disagio vissuto nell’ambiente lavorativo con comportamenti ritenuti vessatori da chi li subisce. Lo sportello fornisce un valido supporto per consentire a chi si sente oggetto di abusi di sviluppare strumenti, anche comportamentali, in grado di aiutarlo ad affrontare le situazioni più critiche. «Un grazie al Comune per la sensibilità dimostrata. E un grazie anche ai medici di medicina generale che indirizzano al nostro servizio molte persone, a testimoniare l’importanza dell’esser riusciti a costruire una rete», ha evidenziato l’avvocato Dennetta, ribadendo che il Punto d’ascolto non effettua indagini ispettive ma «attraverso professionisti cerca di fornire sostegno e consigli concreti alle persone. I riscontri positivi sono molto alti. Il Punto d’ascolto, in questi anni di attività, è diventato un punto di riferimento importante per chi si ritrova ad avere problemi di mobbing sul lavoro e vive uno stato d’ansia che compromette ogni aspetto della sua esistenza». Il servizio, peraltro, è completamente gratuito.

L’assessore Bernobich, dal canto suo, ha esaltato il lavoro dello sportello, in quanto strumento per contrastare comportamenti che usano la violenza psicologica per annientare altre persone. «È fondamentale la serenità nei luoghi di lavoro. Non posso che formulare l’appello a denunciare le cose che non vanno. Con coraggio. E poi - le parole dell’assessore - è altrettanto necessario che le persone che denunciano vengano ascoltate perché segnalano un disagio che non può, né deve essere sottovalutato. Mai. Purtroppo c’è la consapevolezza che ci siano molte persone che, nell’ambiente di lavoro, ritengono di subire degli abusi - conclude - e ciò crea un malessere che rischia di ripercuotersi sia sulla famiglia sia nello stesso ambito lavorativo».

Pur non presente all’incontro, anche il sindaco Rodolfo Ziberna ha voluto lanciare un messaggio. «È necessario affrontare la questione anche in ambito politico per attivare strumenti volti a limitare comportamenti arroganti e vessatori che, in casi estremi, possono provocare reazioni estreme, come apprendiamo dalla cronaca», la sua osservazione.

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