Cervignano, troppe spese chiude l’osteria Al Porto

Il titolare, Lastrella, costretto a gettare la spugna: «Il lavoro è crollato, non ce la facevo più e nell’ultimo periodo lavoravo gratis». Amareggiato il sindaco Savino
Di Elisa Michellut
Bonaventura Monfalcone-04.03.2014 Ex Osteria al porto-Cervignano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-04.03.2014 Ex Osteria al porto-Cervignano-foto di Katia Bonaventura

CERVIGNANO. La storica osteria albergo “Al Porto” di via Udine, 50 anni di storia, ha chiuso. Il titolare, Luciano Lastella, stritolato dai costi di gestione e dall’affitto, ha deciso di gettare la spugna. Un mese e mezzo fa, aveva chiuso anche un altro storico locale cervignanese, l’Antica Trattoria Sghit di via Mercato, che si è trasferita al ristorante Friuli di piazza Unità. Due pezzi di storia di Cervignano, due locali conosciuti in tutta la Bassa friulana e non solo.

«Non ce la facevo più, continuavo a chiudere in perdita – si sfoga Lastella, che gestiva la trattoria di via Udine assieme al figlio Christian -. Il lavoro è crollato. Avevo chiesto al proprietario di abbassare l’affitto, pagavo 3 mila euro al mese, ma non siamo riusciti a raggiungere un accordo. Nell’ultimo periodo lavoravamo praticamente gratis. Tra luce, gas e tutto il resto, pagavo 4500 euro al mese di costi fissi. Sono amareggiato, a sessant’anni non sarà facile ricominciare da zero e per la pensione mi mancano ancora sei anni. Sto pensando di trasferirmi all’estero». Lastella, conosciuto in tutta la Bassa, racconta: «L’osteria “Al Porto” ha cinquant’anni di storia. E’ nata come osteria, poi è diventata affittacamere (6 camere) e, in seguito, è stata rimodernata. Successivamente, è stata data in gestione a due sorelle che l’hanno tenuta per quattro anni, poi hanno dovuto chiudere. Io e mio figlio Christian, siamo subentrati cinque anni fa. Christian, che è cuoco, gestiva la cucina e io lavoravo in sala. Fino a qualche mese fa, c’era anche mia moglie. Con il passare degli anni, i costi sono lievitati e la concorrenza è tanta. A Cervignano, ad oggi, ci sono circa sessanta attività commerciali tra bar, trattorie e ristoranti. Ora mi ritrovo con 30 mila euro di attrezzature e mobilio praticamente persi. Ho regalato tutto alla parrocchia e a varie associazioni. Adesso mi dovrò inventare una nuova attività ma ho perso l’entusiasmo. Locali su cui investire ce ne sono ma, in questo momento, ho paura di buttarmi». Lastella spiega che anche la crisi delle aziende del sangiorgino ha influito negativamente.

«Una volta avevo tanti clienti che lavoravano nella zona di San Giorgio di Nogaro – assicura -. Ora non si vede più nessuno. Inoltre, sono stato letteralmente tartassato dai controlli. In un mese ho avuto la Guardia di Finanza ben quattro volte. Purtroppo, in questo Paese è diventato ìveramente difficile lavorare». Il sindaco di Cervignano, Gianluigi Savino, commenta: «Sono dispiaciuto – le sue parole -. La chiusura di un’attività è sempre una brutta notizia. Temo che, in questo periodo, dovremo abituarci a frequenti cambi di gestione. Mi auguro che l’osteria “Al Porto” venga presto riaperta e sono sicuro che Luciano troverà una nuova collocazione».

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