Da music bar a centro per immigrati

Da music bar a centro immigrati. Questo l’insolito destino dello stabile di via Trieste, visibile anche dal cavalcavia che conduce alla grande rotatoria di Sant’Andrea. Laddove un tempo si servivano drink e si poteva ascoltare della buona musica, prossimamente verranno sistemati i letti per ospitare richiedenti-asilo.
Per la verità, andando a ritroso, la struttura venne già adibita a struttura di accoglienza all’epoca della primissima ondata migratoria lungo la rotta balcanica. In quello stabile, che era stato un pubblico esercizio anche abbastanza frequentato, avevano trovato un tetto (e un letto) diversi minori stranieri non accompagnati. La struttura, poi, venne chiusa nel 2005 dopo un blitz dei Nas dei carabinieri. I militari dell’Arma appurarono come i minori ospitati fossero molti di più dei 26 previsti dalla convenzione fra il Comune e la cooperativa incaricata, in una situazione di «sovraffollamento» ritenuta «pericolosa». L’edificio è, pertanto, totalmente in disuso da una dozzina d’anni ma è tornato prepotentemente d’attualità con l’ultimo bando-accoglienza della Prefettura che metteva in palio 600 posti in tutta la provincia isontina.
In campo le Acli
di Cordenons
In maniera del tutto imprevista, le Acli di Cordenons avevano messo sul “piatto” proprio quella struttura che potrebbe ospitare, una volta effettuata una doverosa e necessaria ristrutturazione, sino a trenta immigrati. Non oltre.
Il regista dell’operazione è Armando Barazzutti che collabora con le Acli della cittadina pordenonese e che - nei giorni scorsi - abbiamo sentito per fare il punto della situazione. «Ero alla ricerca di diverse strutture nell’Isontino ma, in un primo momento, non trovai nulla per dare una risposta alla domanda di accoglienza. Ad un certo punto, però, tramite un intermediario di locazioni e vendite di abitazioni, abbiamo individuato lo stabile di via Trieste. Sarà necessario qualche lavoretto di manutenzione per qualche migliaia di euro ma, poi, la struttura sarà utilizzabile».
L’obiettivo è di dare risposta, al massimo, a trenta richiedenti-asilo. «Sì, possiamo ospitare, nei locali ristrutturati, 30 stranieri. Ma se la Prefettura dirà, per esempio, che ne bastano 20, andrà bene lo stesso». Peraltro, le Acli di Cordenons non sono affatto digiune di accoglienza perché gestiscono già altre strutture nel Pordenonese. «Il meccanismo è oliato e collaudato - conclude Barazzutti -. Abbiamo delle equipe che seguono e assistono i richiedenti-asilo con attenzione e scrupolo».
Insomma, nessuna improvvisazione ma un canovaccio ben preciso, già seguito nelle altre esperienze d’accoglienza in provincia di Pordenone. Non resta che attendere ancora qualche giorno per capire se la proposta prenderà il decollo o rimarrà sulla carta. Alla Prefettura, infatti, spetta l’ultima parola.
L’andamento
dell’ultimo bando
A questo punto, è doveroso un passo indietro per rinfrescare la memoria dei lettori sull’esito dell’ultimo bando accoglienza. Come si ricorderà, la speranza della Prefettura era di riuscire a dare una risposta, in termini di accoglienza, a 600 richiedenti-asilo. Alla fine, le quattro offerte presentate al Palazzo del governo di piazza Vittoria si fermarono a 231 posti (fra cui quella relativa a via Trieste).
Lì per lì, pareva essere stato un piccolo fallimento, peraltro previsto, visto che il viceprefetto vicario Antonino Gulletta, in tempi non sospetti, aveva dichiarato che l’obiettivo dei 600 posti sarebbe stato pura utopia, visti anche i precedenti.
Ma in questa occasione si era visto qualcosa di nuovo, di inedito. Anche San Lorenzo Isontino e Sagrado erano state inserite nell’offerta: significa che gli appelli ad allargare il quadro dei Comuni “ospitali” è stato, seppure in minima parte, accolto anche se in tema di accoglienza resta ancora molto da fare per renderla realmente diffusa.
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