Dalla Secessione ai colori di oggi Casa Sticsa è arte

L’edificio che ospitò l’ex ferramenta Krainer fu progettato nel 1910 da Girolamo Luzzato 

PUNTI DI VISTA

Diego Kuzmin

Nel 1910 nasce in via Rastello il più bel negozio di Gorizia, grazie a Edoardo Sticsa che aveva acquistato nel 1908 due immobili dalla famiglia Pich, dall’Ottocento proprietaria di gran parte dell’isolato tra via Rastello e Cocevia. Due edifici adiacenti dall’origine medioevale che si nota negli interni non trasformati, come i magazzini del pianoterra dove esiste un curioso e antico pozzo che raccoglie l’acqua dalle falde della collina del Castello, con la finestra dalla quale attingere chiusa da inferriata e lucchetto, forse perché quando è nato il pozzo l’acqua si pagava, o per sicurezza, o ambedue.

Al progetto è incaricato Girolamo Luzzato (1877-1953), goriziano nato a Costantinopoli, che disegna un’unica facciata in stile secessionista per i due edifici, asimmetrica e suddivisa nettamente tra il piano commerciale e i due piani superiori residenziali, in modo non diverso da Loos per la contemporanea “casa senza sopracciglia” sulla Michaelerplatz a Vienna.

Ricorda Rosanna Calligaris in “L’architettura liberty a Gorizia” (1980), che il progetto del 10 maggio 1909 venne presentato al Municipio il 27, ricevendo l’autorizzazione il 3 giugno. Siamo in piena Belle époque e i progressi della tecnica forgiavano putrelle di grandi dimensioni con le quali nuovi locali commerciali costruiti secondo lo stile “viennese” del mezzanino potevano essere dotati di vetrine enormi, che in questo caso sono incorniciate da pietra carsica scolpita a delicate decorazioni floreali, mentre in alto la facciata si conclude con un sobrio fregio a racemi.

Come allora, il negozio di ferramenta si presenta sorprendentemente elegante, con parquet al pavimento e mobili in rovere dell’epoca, tra i quali spicca la guardiola della cassa con orologio e vetri a inglesina in cristallo bisellato, dove comunque serviva una stufetta per la cassiera infreddolita.

Sticsa cede presto l’attività a Osvaldo Krainer, al quale si deve la scritta in bronzo, e che acquista l’edificio nel 1930 proseguendo poi la famiglia una attività fiorente, ma in declino dopo le guerre balcaniche e definitivamente compromessa dalla pedonalizzazione della strada.

Ceduto nel 2010, l’immobile è in attesa di tempi favorevoli per un suo impegnativo recupero, ma nel frattempo si sono rifatti gli intonaci in elegante grigio e tamponate provvisoriamente le finestre con pannelli colorati di armonico effetto artistico. –

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