Dall’Ardiss 2865 borse di studio per 9 milioni

L’assessore regionale Rosolen: «Agevolazioni anche per la mensa». Gli studenti: «Non tutte le nostre richieste accolte»



Sono 2.865 gli studenti dell’Università di Trieste che per l’anno accademico 2020/2021 usufruiranno di una borsa di studio assegnata dall’Ardiss (Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori), per una spesa di oltre 9 milioni di euro. A questo intervento si somma quanto fatto dall’ateneo triestino grazie ai fondi del decreto Rilancio, che ha consentito all’Università di estendere la no tax area agli studenti con Isee non superiore a 25 mila euro, con un’importante riduzione delle tasse anche per la fascia tra i 25 e i 30mila euro. «La nostra regione è virtuosa dal punto di vista del diritto allo studio, ma si sarebbe potuto fare qualche passo in più vista la situazione contingente», commenta Mattia Piccolo, presidente del Consiglio degli Studenti.

Gli studenti, in particolare la lista Link Trieste con Angelica Bufano, già qualche mese fa avevano proposto all’assessore Alessia Rosolen che la regione si facesse carico di altri due interventi per il diritto allo studio: un contributo affitto per gli studenti fuorisede con Isee inferiore a 30 mila euro e una borsa servizi tarata sulla stessa soglia e suddivisa in un contributo forfetario per l’acquisto di libri e materiale didattico, una quota variabile in base allo status dello studente (in sede, fuorisede, pendolare) e un contributo per la didattica online.

«Proprio perché nella nostra regione c’è già una copertura totale delle borse di studio e i servizi funzionano abbiamo fatto queste richieste che vanno in direzione di una maggiore tutela del diritto allo studio - dice Bufano -. Purtroppo però le nostre proposte non sono state accolte per motivi di natura economica: non ci sono altri fondi a disposizione, ci ha detto l’assessore Rosolen nell’ultima riunione. E’ vero che in Friuli Venezia Giulia il 17,8% degli studenti riceve una borsa di studio, contro una media italiana del 12,5%. Ma ci sono stati europei che investono molto di più nelle borse di studio: è il caso della Francia (32,5%), della Germania (22%), della Spagna (28%)».

C’è da dire comunque che l’Ardiss, proprio in considerazione del periodo complicatissimo e delle restrizioni subite dai ragazzi, ha previsto alcune eccezioni per quest’anno: «Abbiamo deciso di non trattenere la quota mensa dalla borsa di studio e abbiamo previsto un pasto gratuito giornaliero fino al 31 dicembre - ha evidenziato Rosolen dando la notizia dell’assegnazione delle borse -. Ai ragazzi che sono rimasti nelle residenze universitarie durante il lockdown sono stati rimborsati gli scontrini per l’acquisto di generi alimentari; a chi invece si trovava nei convitti convenzionati con Ardiss è stato garantito un contributo forfettario a ristoro delle spese alimentari». E’ stata inoltre prevista una misura straordinaria, concordata con il Comitato degli studenti, per garantire l’accesso alla borsa di studio a prescindere dal raggiungimento dei crediti formativi necessari.

«Restiamo però convinti che proprio in ragione di questa crisi senza precedenti la Regione avrebbe potuto intervenire più massicciamente soprattutto sul tema degli affitti, che sono la spesa più corposa per chi studia da fuorisede, e su quello della didattica a distanza, formula che ci accompagnerà ancora a lungo. La crisi durerà per molto tempo, anche dopo che l’emergenza sanitaria sarà rientrata: sostanziosi interventi per il diritto allo studio sono necessari per non rischiare di perdere studenti in questa fase delicatissima», conclude Bufano. —



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