Damiano, maestro dei cocktail che si è perfezionato a Londra

Rum invecchiato, ginger beer, lime, chai tea e confettura di ananas. Agitare energicamente ed ecco il “Tai Mule”. E che c’azzeccano i lamponi con lo sciroppo di miele, la camomilla, l’acqua tonica, la sambuca, il beefeater gin? Miscelateli ed ecco la delizia dal nome “Tom”.
Sono soltanto due delle “creazioni” di Damiano Circosta, il “maestro dei cocktail” che, attualmente, lavora al caffè Garibaldi. Sorridente, fisico da tenore (ricorda Pavarotti) o da cuoco (Canavacciuolo?), la sua culla professionale è stata Londra dove ha affinato le sue capacità. E dire che iniziò a lavorare dietro un bancone a 20 anni («Un po’ tardi», dice) in una discoteca a Marina Julia, solo nel weekend. «Il resto della settimana facevo cartongesso. Ma, ad un certo punto, decisi di mollare il vecchio lavoro stabile e ben retribuito per buttarmi nel mondo dell’hospitality».
Trent’anni, calabrese ma goriziano d’adozione, ha lavorato in altri bar. «Devo ammettere che questo lavoro mi ha stimolato parecchio. Avevo voglia di capire, di conoscere, di imparare, così dopo un anno ho deciso di intraprendere un’avventura e di trasferirmi a Londra. Avevo degli amici che risiedevano lì ormai da qualche anno. Mi stabilì a Brixton (sud di Londra). Era una casa con 8 stanze doppie, potete immaginare quanti eravamo, c’erano 2 soli bagni tra cui uno rimasto fuori uso per mesi. Molti dei ragazzi che stavano lì erano italiani e, così, dopo poco tempo, diventammo quasi una famiglia».
Squattrinato ma sempre entusiasta, si ritrovò un giorno a girovagare per Covent Garden. «Entrai in un locale, attratto da una scalinata di ingresso lunghissima. Avevano bisogno di un “barback” (aiuto bartender) e mi presero subito». E da lì partì la sua vita lavorativa londinese. «Ho lavorato al “Brasserie Blanc” per circa 2 anni ma, dopo aver imparato, volevo diventare un bartender migliore, e mi sono spostato in un locale più professionale meno busy e in una zona molto in di Londra Mayfair. Al ristorante 8st al numero 8 di Mount street. Divisa su misura, locale molto fine con chef stellato in cucina. Lì è stata la svolta della mia carriera: ho imparato moltissimo sui cocktail e in generale sull’hospitality, la professionalità era un obbligo. E lì nacque il mio primo cocktail, l’8street, una miscela piccante con carpano antica formula, suze (un amaro di genziana prodotto in Francia) infuso con peperoncino italiano, e tequila blanco». Poi, la decisione di rientrare a casa per far crescere meglio il figlio, vicino ai nonni e parenti. «Da qui nasce la mia avventura con Dennis e il caffè Garibaldi, uno dei bar più importanti e storici di Gorizia. Ho deciso di prendere quest’avventura come una sfida con me stesso, voglio portare qualcosa di mio e di bello nella splendida città di Gorizia». —
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