Dentro la storia di Generali tra Kafka e il Polo Nord
Per i lettori della community tre visite guidate all’Archivio del Leone che custodisce decine di migliaia di documenti, dall’anno di fondazione a oggi

Noi Il Piccolo visita l'archivio storico delle Generali a Trieste
TRIESTE Un viaggio nella storia delle Generali per conoscere e toccare con mano la nascita e lo sviluppo della compagnia di assicurazioni nata a Trieste. Il Piccolo in collaborazione con la società del Leone organizza tre visite guidate nell’Archivio storico che ha sede in largo Bonifacio. Ci si potrà iscrivere nella sezione eventi del sito web del quotidiano: sono disponibili 20 posti per ciascuno degli appuntamenti, programmati nelle date del 31 maggio (dalle 16.30 alle 18) e del 7 giugno (dalle 10.30 alle 12).
Trieste, alla scoperta dell'archivio Generali. E c'è pure il curriculum di Kafka
Nel corso delle visite i lettori potranno vedere, tra le altre cose, il contratto sociale datato 1831, anno della fondazione della compagnia, con le firme dei sottoscrittori originari. Ci saranno poi le prime grandi polizze vita e trasporti manoscritte, le fotografie d’epoca, gli antichi timbri a ceralacca, gli affascinanti documenti ottocenteschi con leoni e aquile e in lingue diverse. Ampio spazio poi ai bilanci con i primi fogli del 1834, ma anche a pubblicità e costume attraverso tutta una serie di rare e curiose testimonianze dei tempi passati.
Tra i tanti dipendenti del gruppo anche Franz Kafka, lo scrittore nato a Praga nel 1883 e assunto da Generali il primo novembre 1907. I visitatori potranno visionare il suo fascicolo personale contenente la richiesta di impiego e il curriculum autografo, e poi preziosi documenti che raccontano grandi imprese scientifiche che vanno dall’esplorazione di Umberto Nobile al Polo nord, negli anni Trenta del Novecento, all’assicurazione spaziale al fianco degli Stati Uniti e della Cina fino alla fine del ventesimo secolo.
Simone Bemporad, direttore della comunicazione e degli affari istituzionali del gruppo Generali, spiega che «l’Archivio storico costituisce un patrimonio culturale fondamentale, indispensabile alla conoscenza critica del passato. Deve essere accessibile a tutti, cittadini e studiosi. È questo il nostro obiettivo: farlo conoscere affinché diventi sempre più parte della comunità. Toccare con mano alcuni dei moltissimi documenti conservati, per ricostruire non solo la storia di Assicurazioni Generali ma di Trieste e dell’Europa, significa confrontarsi sia con la grande Storia sia con quella minuta, scoprendo storie e incrociando esperienze di uomini straordinari. Esploratori, letterati, papi, artisti e fuggiaschi. L’elenco è lunghissimo - continua Bemporad - come sterminato è il repertorio di documenti custoditi e che trasversalmente attraversano discipline diverse come arte, pubblicità, statistica, economia. Una storia che parla del presente molto più di quanto si possa immaginare».
I lettori della community del quotidiano Il Piccolo potranno scoprire la documentazione conservata e prodotta a partire dal 1831 dalla Direzione centrale di Trieste, con i verbali degli organi di vertice, la documentazione prodotta dai diversi rami e servizi, i fondi della Presidenza e quelli della Direzione di Venezia e di Milano.
Nel palazzo triestino famoso per i portici di Chiozza sono contenute molte delle 65 mila “unità di descrizione archivistica”, ovvero schede corrispondenti a unità archivistiche quali scatole, faldoni, registri e similari. Complessivamente corrispondenti a circa 15 chilometri lineari di documentazione, accessibili anche elettronicamente e in parte consultabili on line su www.generaliarchives.com. A questi si affiancano anche 3 mila volumi di verbali degli organi direttivi, statuti, bilanci e libri contabili riprodotti e consultabili in formato digitale.
Ci sono poi 3 mila riproduzioni da fotografie sciolte, album fotografici e materiale a stampa d’epoca.
Per il suo rilievo per la storia di Trieste nonché per la sua vocazione internazionale, l’Archivio Storico delle Assicurazioni Generali è stato dichiarato nel 1983 di interesse culturale dalla Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia, ufficio periferico del ministero dei Beni culturali.
Un riconoscimento che, spiegano da Generali, richiede un impegno consistente per conservare l’archivio nella sua organicità permettendo la consultazione dei documenti agli studiosi.
La struttura della società del Leone che tutela l’archivio è la Corporate Heritage & Historical Archive, che comprende un vasto patrimonio culturale, composto da due biblioteche (la Centrale a Trieste e la Antigono Donati a Roma), il museo archeologico Radici del Presente di piazza Venezia a Roma, tre archivi storici dichiarati di interesse culturale - Assicurazioni Generali a Trieste, Ina Assitalia a Roma e Toro Assicurazioni a Torino - oltre alle collezioni d’arte delle diverse società che sono confluite nel tempo nel Gruppo Generali. —
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