Esof, il centro congressi a caccia di soci e fondi

La PromoTrieste sceglie una delle giornate più fredde del secolo per promuovere la Trieste Convention Center (Tcc). Alla fine, nella sala Maggiore della Camera di commercio Venezia Giulia, arrivano una ventina di capitani coraggiosi per il focus “Convegni, fiere, eventi a Trieste: il nuovo centro congressi”. Sottotitolo: “Come cogliere un’opportunità di sviluppo”. Sarà per un’altra volta. Il Buran siberiano ha tenuto lontano le categorie economiche e le istituzioni da piazza della Borsa. Del resto, come ha rimarcato il moderatore Giovanni Tomasin, ha fermato persino Napoleone. Assente il Comune (nonostante l’assessore Giorgio Rossi fosse previsto tra i relatori). Non si è fatto vedere neppure l’assessore regionale Gianni Torrenti (pure annunciato) che però ha inviato una sua emissaria. Maurizio Bucci, assessore comunale al Turismo, era assente come al solito: il Comune non partecipa al consorzio PromoTrieste e l’assessore si tiene alla larga dalle iniziative.
Quello che resta è un appello lanciato nel vuoto per una colletta da cui dipende la realizzazione e la gestione del nuovo centro congressi da 5 mila metri quadrati in Porto vecchio in tempo per Esof 2020. «Questo progetto ha raccolto 38 imprenditori, ma ne servono molti di più. Speriamo di trovare nuove adepti» premette Umberto Malusà, presidente di PromoTrieste, ricordando come Trieste soffra per il turismo congressuale per una carenza infrastrutturale e per una gestione non proprio professionale della Stazione marittima da parte di Trieste terminal passeggeri (Ttp) che sta a guardare («Spero di riuscire a coinvolgerli in questa iniziativa» aggiunge Malusà). Al sogno di Trieste capitale congressuale crede Diego Bravar che ha messo sul piatto 200mila euro per l’aumento di capitale della Trieste Convention Center (Tcc), la srl che punta a realizzare il centro congressi da 3 mila posti unendo i Magazzini 27 e 28 in Porto vecchio. Il capitale sociale versato, che a inizio anno ammontava a 100 mila euro, oggi raggiunge quota 790 mila euro. Il 15 gennaio scorso la società, presieduta da Bravar, ha presentato il progetto al Comune, proponendo di indire un bando europeo per una concessione di 20 anni per la gestione del centro congressi. Il costo previsto è di 11 milioni e 100 mila euro. «Poteva essere la metà, ma vogliamo realizzare una struttura in grado di ospitare anche le fiere come TriestEspresso Expo e Olio Capitale» spiega Bravar. Il Comune di Trieste dovrebbe partecipare ai costi di realizzazione della struttura per una quota pari al 49,5%. Tcc dovrà assicurare il rimanente 50,5% (5.609.940 euro): 2 milioni di euro in capitale e 3.609.940 in debito bancario.
Il Trieste Convention Center sarà composto da una sala da 2 mila posti, una sala da 500 posti, 2 sale da 100 posti. Si specifica che ci sarà il wi-fi in tutte le aree. E non poteva essere altrimenti visto che si tratta di un centro congressi che vuole puntare sull’innovazione come diretta emanazione della città della scienza e della ricerca.
Le aspettative ci sono tutte. Per Esof 2020, che si terrà a luglio e durerà in tutto 5 giorni, sono attesi a Trieste 4 mila delegati da 80 Paesi, 400 giornalisti scientifici, 100 mila spettatori per 150 conferenze e 200 eventi in città. Un battesimo del fuoco niente male per il nuovo Trieste Convention Center. Che però da settembre 2020, se sarà realizzato, dovrà essere pienamente operativo. «Bisogna lavorare sul cuore innovativo di Trieste per costruire un prodotto differente dagli altri» suggerisce Bruno Bertero, direttore marketing di Promoturismo Fvg. «Il mercato congressuale non è una botta e via. Va consolidato» aggiunge Donato Loria, direttore del Bologna Congressi Spa. «Non ci si improvvisa» spiega il manager triestino Enesto de Pellegrini dai Coi, direttore G2 Eventi che ha iniziato a 14 anni organizzando le gite al Dante e poi non ha smesso. «Il mio rammarico in tutti questi anni è che non sono mai riuscito a portare qualcuno a Trieste. Per il Porto vecchio c’è da risolvere il problema logistico. Non si possono spostare 2 mila persone con i pullman. Un centro del genere, per stare in piedi, deve funzionare 11 mesi all’anno». Non è una scommessa facile. Ci si può illudere con il fatto che l’impatto economico generato sul territorio dai congressi è stimato mediamente in 674,90 euro per partecipante al giorno. «La partecipazione è aperta a tutti, privati, professionisti, imprenditori e aziende. All’aumento del capitale si può partecipare con importi che vanno da 20 mila a 200 mila euro. O si raggiunge questo obiettivo o non si fa nulla - commenta Malusà -. Un’occasione da non perdere di crescita collettiva». Quindi? «Questi due milioni sono la scintilla che fa scattare il meccanismo - lancia la sfida Bravar -. È finito il tempo delle lamentele». È arrivato il tempo dei congressi che scade però tra meno di due anni.
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