Fallita concessionaria Lucioli, il “buco” sfiora i 5 milioni di euro

Le banche non hanno accettato la proposta dell’azienda e i libri sono stati portati in tribunale ma il concessionario d’auto De Bona dopo aver rilevato l’attività pronto ad acquisire anche i ben. Salta il concordato

Foto BRUNI TRieste 18 06 2011 Concessionara De Bona-ex Lucioli stretta di mano
Foto BRUNI TRieste 18 06 2011 Concessionara De Bona-ex Lucioli stretta di mano

TRIESTE

È fallita la storica concessionaria Fiat Lucioli. A portare i libri in Tribunale è stato nei primi giorni della settimana l’amministratore liquidatore Ilario Lucioli. Lo ha fatto di fronte all’impossibilità di avviare un concordato con le banche creditrici che vanterebbero una cifra vicino ai 5 milioni di euro. Il giudice Giovanni Sansone ha decretato il fallimento affidando i beni della Lucioli al curatore Enrico Guglielmucci. Il commercialista dovrà in breve tempo definire con precisione lo stato passivo della società e nel contempo verificare i beni in disponibilità.

Si tratta di alcuni immobili “pagati” dal corrispettivo dell’affitto d’impresa da parte della società De Bona di Belluno, subentrata nell’attività lo scorso mese di febbraio riassumendo una buona parte dei dipendenti e rifornendo il magazzino dei ricambi necessari per le manutenzioni delle vetture.

Dalla scorsa settimana il canone è versato direttamente dalla società De Bona al curatore Guglielmucci. Il quale ha l’incarico di liquidare il tutto per poi risarcire il più possibile i creditori.

Intanto si è saputo che potrebbe essere proprio Gaetano De Bona, proprietario di un vero e proprio impero di concessionarie che spazia da Belluno a Vicenza, ad acquistare dal curatore fallimentare delegato dal giudice, i beni della società Lucioli. «Il contratto dell’affitto d’impresa era stato condizionato al concordato. Ma se troviamo un accordo soddisfacente, acquisteremo la società direttamente in Tribunale», dichiara lo stesso De Bona il quale consoliderebbe l’impegno finanziario a Trieste.

«È stata una scelta inevitabile», commenta con un evidente dispiacere Ilario Lucioli riferendosi alla decisione di chiedere al Tribunale il fallimento della sua società. Poi aggiunge: «Piuttosto è stata una jattura causata anche dal crollo delle vendite delle auto».

Il motivo del fallimento “in proprio” lo fa intuire l’imprenditore bellunese subentrato col contratto di affitto: «Le banche non hanno accettato il concordato proposto da Lucioli al di sotto del 10 per cento. D’altra parte la situazione finanziaria era pesante». E aggiunge ancora: «Da quando in febbraio abbiamo acquisito la gestione dell’azienda di Trieste - dice De Bona - la situazione è radicalmente cambiata. Lavorano complessivamente 64 dipendenti. Possiamo dire che gli affari vanno discretamente bene. Questo del fallimento, in mancanza di concordato, è diventato un passaggio obbligatorio».

Il piano avviato lo scorso febbraio è di portare l’azienda a 30 milioni di euro di fatturato e cominciare a crescere tra il 2012 e il 2013. «E a Trieste - dice sempre De Bona - ci sono queste possibilità».

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