«Flex reintegri i 23 precari esclusi dalla fabbrica»
Presidio fuori dai cancelli a salvaguardia dell’occupazione. Sindacati in pressing anche su governo e Regione

Lasorte Trieste 23/09/19 - Flex, Lavoratori, Sindacati
TRIESTE Vertenza precari, neanche un infelicissimo meteo frena la rabbia dei sindacati che si ritengono presi in giro dalla Flex. Ieri pomeriggio, dopo due affollate assemblee, le segreterie di categoria Fiom-Fim- Uilm, a malapena protette da una pensilina del trasporto pubblico in strada di Monte d’Oro, hanno voluto ribadire il loro “no” alla decisione aziendale di lasciare a casa 23 lavoratori precari-somministrati stante una flessione di mercato pari al 10%.
Simonetta Cusma (Fiom), Alessandro Gavagnin (Fim), Antonio Rodà (Uilm) chiedono che Flex reintegri le 23 unità: a luglio si discuteva su come regolarizzare le posizioni, poi, alla ripresa post-feriale, l’amara sorpresa. Una tale e imbarazzante sorpresa per cui una dei 23 avrebbe dovuto recarsi a Norimberga per un corso, ma la trasferta le è stata improvvisamente cassata.
Non passa. Immediato pressing sulla Regione e sul ministero dello Sviluppo Economico, per l’apertura dei tavoli di crisi. Le sigle sollecitano l’appoggio istituzionale, perchè, aldilà della specifica situazione dei 23 esclusi dalla fabbrica, non vedono chiarezza nella prospettiva industriale di Flex.
Lo stabilimento, dopo che nella primavera-estate 2015 la multinazionale nordamericana Flextronics ha comprato l’insediamento triestino da Alcatel Lucent, ha sostanzialmente vivacchiato sulla committenza consolidata, il 90% di Nokia e il 10% di Enel, senza nessuna accelerazione, senza nessun nuovo cliente. E con la persistente spada di Damocle rappresentata dallo stabilimento romeno di Timisoara, che incamera porzioni di lavoro in precedenza attribuite a Trieste.
Non è la prima volta che emergono questi temi. Anche durante il governatorato Serracchiani ci furono tensioni e la Regione rimproverò l’azienda di non aver partecipato ai pubblici bandi di finanziamento.
Mentre Fiom-Fim-Uilm protestavano all’esterno dello stabilimento, all’interno avveniva il confronto tra Flex, agenzie interinali, sindacati sul caso dei 23. Vi ha partecipato anche Sasha Colautti (Usb). Non vi sono aggiornamenti di rilievo. La novità di maggiore spicco è la proposta di Nidil e Fiom, concertata da Nicola Dal Maso e Marco Relli, intesa ad applicare la cassa integrazione a tutti i dipendenti, per salvaguardare i 23 posti: se ne parlerà in ambito sindacale, per poi confrontarsi con l’azienda. —
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