Galleria d’arte digitale, a Gorizia un’immersione di luci, colori e suoni
Svelata alla Galleria Bombi l’installazione immersiva firmata da Refik Anadol

Una fantasmagoria di luci, suoni e colori in un flusso continuo, interamente avvolgente ed emotivamente coinvolgente: l’installazione digitale intitolata “Data Tunnel” dell’artista visivo multimediale Refik Anadol inaugurata nella nuova Digital Art Gallery (DAG) di Gorizia, offre la possibilità di un’esperienza contemplativa multisensoriale totalmente immersiva e assolutamente originale.
All’interno della galleria lo spettatore può soffermarsi a guardare ed ascoltare, o muoversi seguendo il fluire delle immagini prodotte da milioni di pixel e l’avvicendarsi dei suoni, provando quasi un senso di vertigine nell’assenza di punti di riferimento e giungendo a sentirsi parte di quel mondo inaspettatamente sorprendente.

Attraversare l’intera volta di quasi 1000 metri quadrati di superficie rivestita di 3700 cabinets led, lungo i 100 metri lineari centrali della storica galleria Bombi che unisce via Giustiniani e piazza Vittoria, significa entrare nel cuore pulsante di un nuovo spazio dedicato ad una nuova realtà, capace di unire creatività e intelligenza artificiale, arte e scienza, memoria e astrazione.
L’opera di Refik Anadol si basa infatti sulla sua ricerca relativa al “Large Nature Model”, un modello di AI addestrato su milioni di immagini ambientali e su un insieme di dati provenienti da musei e archivi scientifici internazionali, raccolti e organizzati secondo principi etici e sostenibili.
I dati raccolti da diversi ecosistemi, dalle foreste pluviali agli oceani, ai ghiacciai, insieme alle texture botaniche, gli agenti e i mutamenti atmosferici, i suoni, i rumori persino gli odori e i profumi della natura, vengono rielaborati per giungere a rappresentare la storia e il divenire dell’universo in una forma astratta e poetica insieme.

Per l’artista i dati diventano “pigmento, memoria e materia visiva”, venendo in questo caso a creare qualcosa che va al di là della pittura digitale, piuttosto una vera architettura digitale dove le immagini generate evocano percorsi evolutivi di crescita, avanzamento o trasformazione.
I suoni diffusi in maniera uniforme lungo tutto il percorso amplificano la percezione delle luci e dei colori talvolta richiamando il canto degli uccelli, più spesso accompagnando i passaggi da un colore ad un altro, in infinite variazioni, secondo la regia dell’artista che determina ritmi e toni emotivi, quasi come un direttore d’orchestra.
“Data tunnel” potrebbe essere intesa quale “immagine allegorica della creazione” citando Paul Klee, per il quale l’arte doveva rendere visibile ciò che visibile non sempre lo è. Egli pure considerava l’arte come un dialogo continuo con la natura e cercava di catturarne le forze creative, i suoi ritmi interni attraverso un’astrazione che rivelasse l’essenza delle cose, creando mondi fantastici, poetici e universali. Certo, a separare i due artisti pur concettualmente vicini c’è un secolo di innovazione tecnologica e una forma d’arte totalmente proiettata verso il futuro.
Nato a Istanbul nel 1985, considerato un pioniere dell’estetica dei dati, Anadol, da tempo residente in California, è co-fondatore di Refik Anadol Studio a Los Angeles che riunisce un team di designer, architetti, data scientist e ricercatori provenienti da 10 paesi diversi, compresa l’Italia. Co-fondatore di Dataland, il primo museo al mondo dedicato all’arte dell’IA, insegna al Dipartimento di Design media arts della UCLA, dove ha conseguito un Master of Fine Arts. Insieme al suo Studio ha trasformato la Walt Disney Concert Hall e la Sphere di Las Vegas in “organismi digitali”.
A Palazzo Strozzi di Firenze ha presentato “Renaissance Dreams”, una AI Data Sculpture site-specific in grado di rielaborare e “rigenerare” immagini di opere artistiche e letterarie prodotte tra il XIV e il XVII secolo. All’ultima Biennale di Venezia ha proposto il progetto dedicato alla “Biophilia”, immaginando un’architettura ispirata alla natura, volta a ripensare il futuro unendo intelligenza della natura, degli esseri umani e intelligenza artificiale.
Realizzata all’interno di un più ampio progetto di rigenerazione urbana sostenuto da fondi Pnrr, la galleria digitale, la più grande d’Europa, è tra le più importanti eredità di Go!2025 Nova Gorica/Gorizia capitale europea della cultura, proponendosi quale luogo di superamento di ulteriori confini come quelli tra realtà e immaginazione, natura e sogno, passato, presente e futuro.
Il progetto artistico è realizzato in collaborazione con Meet e la sua fondatrice Maria Grazia Mattei che ha seguito insieme alla Regione FVG ed Erpac i rapporti con Refik Anadol e la curatela artistica. “Data Tunnel” sarà visibile gratuitamente, su prenotazione, per un intero anno (info: https://eilopass.it).
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