Gli albanesi a Trieste ora hanno una scuola Così si salva la lingua

Venti gli alunni dai 6 ai 13 anni, i corsi sono gratuiti e per tutti La media “Guido Corsi” ha messo a disposizione un’aula

Ogni lingua parlata nel mondo possiede una storia e una musica particolare. Molti bambini corrono il rischio di dimenticare la lingua materna appresa in ambito familiare dalla nascita fino ai 5-6 anni. Insomma la lingua dell’infanzia, dei giochi e delle coccole. È per questo che l’Asat - Associazione degli studenti albanesi a Trieste – ha dato avvio alla prima scuola di lingua albanese nella nostra città. Un’idea nata insieme alle famiglie di nazionalità albanese, residenti a Trieste e originari prevalentemente dal Kosovo. I numeri A Trieste vivono 1727 albanesi di cui 921 provenienti dall’Albania e 808 dalla Repubblica del Kosovo, l'albanese, parlato da 6 milioni di persone nel mondo, è la lingua ufficiale dell'Albania, della neonata Repubblica del Kosovo ed è anche una delle lingue ufficiali della Macedonia. Nell’anno scolastico 2010-2011 negli istituti italiani gli studenti di cittadinanza albanese sono stati 99.102, il 13,95% del totale degli studenti stranieri in Italia, secondi per numero solo ai Rumeni.

L’attività La scuola di lingua albanese ha circa 20 alunni, dai 6 ai 13 anni, i corsi sono gratuiti e aperti a tutti. È un’iniziativa spontanea che vive della passione e del lavoro volontario. Obiettivo: costruire persone che non si sentano tagliate a metà tra l’identità del paese di origine e quello di accoglienza. La scuola media Guido Corsi ha offerto un’aula dove tenere le lezioni e messo a disposizione la fotocopiatrice. «Il progetto – spiega Arlind Doberdolani, presidente dell’Asat e studente a Ingegneria – è nato dalla necessità dei bambini di imparare correttamente la lingua-madre per conservare le radici dell’identità culturale. La padronanza della propria lingua d'origine – prosegue Arlind - facilita l'apprendimento della lingua d'istruzione nel paese d’accoglienza, stimola i progressi in tutti i campi e anche l’autostima». I corsi L'insegnante è Irena Alushani, vive a a Trieste dal 1997, è laureata in Scienze storiche all’Università di Tirana e poi anche a Trieste, da molti anni è mediatrice culturale in particolare nelle scuole materne comunali.

«Mi sono accorta che i bambini avevano difficoltà di inserimento – commenta Irena – l’integrazione è fatta di tante tappe ma per prima cosa bisogna accettare se stessi. I bambini erano impauriti e silenziosi, respingevano la loro lingua anche con me che ero lì come mediatore. Una conoscenza approfondita della madrelingua è importante per poterne imparare bene anche una seconda o terza e allo stesso tempo, e inoltre può permettere il ritorno in patria». Il progetto Un importante studio dell'Università di Milano Bicocca e del Cnr ha dimostrato che esiste una regione del cervello in cui componenti indipendenti dell'attività bioelettrica cerebrale distinguono la lingua madre da qualunque lingua appresa in età scolare.

«La lingua materna – spiega Alice Mado Proverbio del Laboratorio di Elettrofisiologia cognitiva del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Milano-Bicocca e coordinatore del progetto di ricerca - si distingue da quella non materna in quanto insieme al suono delle parole il cervello codifica tutte le altre informazioni su come è fatto il mondo, come si vive, come funzionano le cose, e il tutto è fortemente intriso di sentimenti e affetti, si impara a distinguere ciò che è vietato, ciò che è bene fare, o è pericoloso, o ridicolo». Queste informazioni saranno resistentissime, immuni cioè da amnesia, e molto ridondanti.

 

Lorenza Masè

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