Gli Ordini professionali: «Il Tribunale con Palmanova»

Architetti, ingegneri, geometri e periti industriali: effetti negativi della carenza d’organico per tutta la comunità, meglio allargarsi verso la Bassa-Friulana
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 20.01.2014 Processo Amianto Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 20.01.2014 Processo Amianto Foto Pierluigi Bumbaca

Nella complessa vicenda del Tribunale entrano in gioco gli Ordini e i Collegi delle professioni tecniche della provincia di Gorizia. E, di fatto, caldeggiano con forza e decisione l’allargamento della giurisdizione alla Bassa Friulana. Lo fanno attraverso un documento unitario molto chiaro nei suoi contenuti.

Architetti, ingegneri, geometri, periti industriali stanno seguendo «con apprensione» gli sviluppi della vicenda-organici, «che appaiono tuttora incerti e potenzialmente negativi per l’intera comunità facente capo al Foro goriziano - scrivono Massimo Rocco (Ordine degli Architetti), Luana Tunini (Collegio dei geometri), Pietro Zandegiacomo Riziò (Ordine degli ingegneri) e Mario Medessi (Collegio dei periti industriali) -. Tutti i cittadini hanno diritto di ottenere risposte rapide ed efficaci in materia di giustizia, tramite un’istituzione giudiziaria messa in grado di operare in piena autonomia e efficienza. L’amministrazione della giustizia, infatti, incide in modo rilevante sul corretto funzionamento della vita sociale ed economica».

Tutta questa premessa per arrivare al cuore della riflessione. «Le professionalità tecniche, al pari delle altre, contribuiscono attivamente a tale amministrazione, mettendo a disposizione della magistratura e dell’avvocatura le proprie competenze specialistiche. A prescindere dal nostro coinvolgimento come operatori locali, riteniamo comunque che il funzionamento equilibrato di ciascuna circoscrizione giudiziaria corrisponda all’interesse generale e pubblico dell’intero territorio. In tal senso, riteniamo perciò che il Ministero, nel programmare la revisione delle circoscrizioni, anche al Tribunale di Gorizia debba assegnare una dimensione circoscrizionale adeguata, per consentirvi l’ottimale sviluppo di tutte le funzioni giudiziarie».

«Non è condivisibile un percorso revisionale - annotano gli ordini e i collegi professionali - che squilibri ulteriormente l’assetto attuale delle circoscrizioni per sovradimensionare bacini di utenza già sin troppo estesi a ulteriore discapito di altri che, come quello goriziano, oggi si dimostrano sottodimensionati e anche, per questo, poco “attraenti” come sede di lavoro per i magistrati».

Ed ecco il nucleo centrale della proposta: «Ci pare logico che l’attribuzione del bacino di utenza del Tribunale di Gorizia si valuti in base alla redistribuzione ottimizzata delle risorse esistenti, come avvenuto per la riorganizzazione della sanità regionale (con la nascita dell’Azienda “unica” Isontina-Bassa friulana, ndr). Un tanto, senza inseguire indebite pulsioni demagogiche, e purché si voglia davvero far sopravvivere tale sede giudiziaria, scongiurandone il drastico declassamento o, peggio ancora, un triste quanto diseconomico futuro di (ennesima) struttura dismessa».

Gli ordini e collegi professionali auspicano, pertanto, che «chi ha facoltà di decidere in questo merito non si comporti come un medico irresponsabile, che ignori il malato e gli neghi le necessarie attenzioni, per poterne poi constatare l’avvenuto decesso per inedia e di funzionalità multiple, croniche e “congenite”, anziché ammettere la propria imbarazzante e colpevole omissione di cure». Un messaggio chiaro con cui gli Ordini alimentano il dibattito sul futuro del Tribunale.

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