Gorizia, caso Livarna: analisi Arpa a caccia di metalli pesanti

GORIZIA “Fusse che fusse ra vorta bbona”, diceva Nino Manfredi in un celebre tormentone di Canzonissima 1959-60. Vuoi vedere che è la volta buona per il tanto auspicato e atteso «supplemento di indagine» sul forte e acre odore che si diffonde, periodicamente, nella zona Nord della città?
Pare proprio di sì, per la somma soddisfazione del Comitato contro l’inquinamento transfrontaliero, guidato da Gianni Marega. L’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente (Arpa), guidata dal direttore Luca Marchesi, spiega con maggior dovizia di particolari quali sono le azioni già intraprese e che quelle che verranno portate termine nelle prossime settimane.
La novità più importante riguarda l’avvio di uno studio per un nuovo monitoraggio ambientale sui metalli pesanti nella zona di Montesanto/Salcano. «È previsto - spiega l’Arpa - l’utilizzo di un campionatore in grado di effettuare misure ogni 6-8 ore». Verranno coinvolti anche i residenti della zona Nord perché «lo strumento verrà assegnato ad una famiglia del luogo, che si prenderà l’onere di segnalare anche gli episodi odorigeni».
Non solo. «È tuttavia di fondamentale importanza che i cittadini - rileva l’Agenzia - continuino a segnalare gli odori utilizzando gli strumenti resi disponibili dal Comune di Gorizia (http://servizi.comune.gorizia.it/Stink/): i dati raccolti, una volta condivisi e analizzati, potranno fornire importanti informazioni sulla effettiva fase produttiva causa degli odori».
Infine l’Agenzia per l’ambiente informa che «a breve», presumibilmente entro la fine di settembre, verranno resi pubblici i risultati dell’indagine transfrontaliera sulla qualità dell’aria. Che, quindi, è cosa fatta. Tale studio, esteso anche alle città di Trieste e Capodistria, è già completato ed è stato inviato all’Agenzia per l’ambiente slovena (Arso) per la revisione finale di quanto di loro pertinenza.
La questione Livarna era tornata prepotentemente d’attualità nei giorni scorsi. L’ultima ondata aveva colto di sorpresa tanti cittadini della zona di Montesanto. «In molti avevano lasciato aperte le finestre di casa per arieggiare e il forte odore è entrato nell’abitazione. Non vi dico quanto tempo c’è voluto per liberarsi di quelle esalazioni», aveva spiegato Gianni Marega (Comitato). E, infatti, erano fioccate le segnalazioni: tutte di persone stufe di convivere con quella fortissima puzza. «Non possiamo essere prigionieri in casa nostra», la lamentela di un gruppo di cittadini che abitano in via Palladio e laterali. «In questa maniera, viene pesantemente messa a repentaglio la qualità della vita. Non possono dirci che dobbiamo rimanere tranquilli e pazienti perché ormai la pazienza ha superato ogni limite».
Le richieste dei cittadini restano, sostanzialmente, due: vogliono conoscere quali sono i flussi produttivi della fonderia slovena in maniera tale da capire se c’è stato un aumento delle commesse ma è realistico pensare che non sarà facile ottenere quei dati perché si tratta di un’azienda ospitata in uno Stato estero.
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