Gorizia, imprenditore triestino acquista il San Luigi

Si tratta di Michele Genna, a capo di una onlus che si occupa dell’accoglienza degli immigrati
Il convitto San Luigi
Il convitto San Luigi

GORIZIA Adesso ha anche un nome e un cognome, la nuova gestione del convitto San Luigi di Gorizia. Il nome e il cognome sono Michele Genna, quelli dell'imprenditore triestino già gestore dell'Hotel Villa Nazareth, nel capoluogo giuliano. Tutto il resto invece, a partire dalla realtà che a Genna fa capo per finire alla vera destinazione d'uso della struttura, passando per il futuro dei dipendenti, resta un mistero.

Lo è anche per il Comune di Gorizia e il sindaco Ettore Romoli, che lunedì pomeriggio ha avuto un primo incontro con l'imprenditore, che stando alle parole del primo cittadino è stato comunque decisamente interlocutorio.

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Il centro San Luigi dei Salesiani

«Ho ricevuto Genna, il quale mi ha chiesto tutta una serie di informazioni prettamente tecniche e formali sulla gestione della struttura di via Don Bosco – dice Romoli -, e in particolare sul tipo di licenze o autorizzazioni di cui avrà bisogno per portare avanti l'attività finora svolta dai salesiani. Io gli ho detto molto francamente di non essere in grado di rispondere, trattandosi di questioni di cui si occupano gli uffici, e l'ho invitato a mandare al Comune una richiesta scritta con la sua proposta di gestione, che verrà poi valutata da chi di dovere. Faremo quel che dobbiamo e cercheremo di rispondere alle sue richieste nel più breve tempo possibile».

Nel carteggio ufficiale con il Comune Genna dovrà anche chiarire – perché al momento non l'ha fatto -, a quale titolo si presenta. Rappresenta una Onlus, come era stato ipotizzato in un primo momento, o un'azienda privata? È solo il futuro gestore del convitto, per conto di altri, o sarà il titolare? Domande ad oggi ancora senza una risposta che non fanno altro che aumentare l'incertezza e lasciare spazio alle ipotesi e alle speculazioni.

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Più volte, anche su queste pagine, nei giorni scorsi sono arrivate secche smentite su un possibile utilizzo del San Luigi come centro di accoglienza per immigrati, tanto da don Vittorio Toninandel, direttore del convitto, quanto dall'ispettore dell'ispettoria salesiana San Marco di Mestre don Roberto Dal Molin. Eppure pare che, se in linea di massima il San Luigi potrebbe avere inizialmente un futuro da “casa vacanza” o struttura residenziale per studenti e lavoratori, la prospettiva di accogliere anche richiedenti asilo sia concreta.

Come avviene del resto anche all'hotel Villa Nazareth di Trieste, fino a non molto tempo fa gestito dallo stesso Genna. «Non ne abbiamo parlato nel dettaglio – dice il sindaco Romoli -. Io posso solo dire che il Comune farà il suo dovere nei confronti di chi ha acquistato la struttura. Poi personalmente ribadisco le mie perplessità riguardo un'eventuale accoglienza di profughi».

C'è da dire poi che, cambiando i titolari, anche la destinazione urbanistica dell'area del San Luigi potrebbe dover essere modificata. Attualmente la destinazione del convitto è afferente alla sfera del culto e dell'associazionismo, in linea con le attività e gli scopi perseguiti dai Salesiani.

Ma è chiaro che se la nuova proprietà volesse far altro, in quegli spazi, il tutto dovrebbe necessariamente passare per una modifica della destinazione urbanistica. In altre parole le carte, oggi in buona parte coperte, andranno scoperte a breve, a svelare un futuro del San Luigi che pare poter essere sempre più lontano da quello che i goriziani sono stati abituati a conoscere da decenni a questa parte.

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