Gruppo di ristorazione evade il fisco: sequestrati due immobili

Nel mirino i gestori della pizzeria "Peperino". Indagini della Guardia di Finanza a carico di sei imprese operanti nel settore della ristorazione a Trieste e in altre località del Nord Italia
14/04/2016 Roma. Nella foto controlli della Guardia di Finanza
14/04/2016 Roma. Nella foto controlli della Guardia di Finanza

TRIESTE I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria Trieste, su delega della Procura della Repubblica, hanno sequestrato due immobili e quote societarie degli amministratori di un gruppo di sei imprese operanti nella ristorazione a Trieste e in altre località del nord.

Il provvedimento cautelare è stato adottato a conclusione di complesse indagini che lo scorso anno avevano accertato l’omessa presentazione della dichiarazione fiscale da parte di un noto locale triestino, il "Peperino", di proprietà di un gruppo operante nel settore che - nel solo 2015 - ha nascosto al Fisco un milione di euro di incassi. Gli indagati sono tre: Nicola Taglialatela, Pietro Savarese e Adi Sade, su cui gravano specifiche accuse che si assommano a quelle precedentemente formalizzate. Il danno per l’erario era stato di oltre 100mila euro, relativi alle imposte dirette e all’Iva non riscosse.

Un immobile di pregio, in pieno centro città, risultato essere nella disponibilità di uno degli indagati, era stato a suo tempo sottoposto a sequestro “per equivalente” e ancora oggi è vincolato.

Le indagini hanno poi rivelato che gli amministratori avevano architettato un piano per sottrarsi agli obblighi  emersi a seguito di un controllo fiscale condotto dalle Fiamme Gialle nel 2010, anche questo conclusosi con la scoperta di una rilevante evasione fiscale, con la notifica di cartelle esattoriali per oltre 220 mila euro.

La proprietà del locale è stata ceduta ad una società costituita "ad hoc", che di fatto ha continuato nella gestione del medesimo ristorante/pizzeria senza preoccuparsi di assolvere al debito tributario. La Procura della Repubblica di Trieste ha quindi disposto un ulteriore sequestro “per equivalente” di due immobili, situati in centro a Trieste e nella località turistica di Rivisondoli, nonché di quote societarie relative a sei imprese alle quali sono riconducibili locali del predetto gruppo a Milano e a Udine.

Sulle tre persone indagate gravano specifiche accuse che si assommano a quelle precedenti formalizzate. Nel mirino della Procura e Fiamme Gialle altri locali pure operanti nella ristorazione

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