I 40 anni di Ici coop Premio ai fondatori e al primo geometra fedele per 39 anni

La storia, nata nel fienile di una casa colonica, dell’azienda di Ronchi celebrata al villaggio turistico Europa di Grado
Bonaventura Monfalcone-21.09.2019 ICI Coop 40 anni Cerimonia Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-21.09.2019 ICI Coop 40 anni Cerimonia Grado-foto di Katia Bonaventura



I volti e le voci di Vladimiro Ciani, Enor Simeon, Angelo Carabeni, Renza Margarit e Armando Longo scorrono in un video. Sono le interviste, raccolte da Laura Blasich e Katia Bonaventura, che racconta il passato della Ici Coop, l’azienda di costruzioni generali con sede a Ronchi dei Legionari che ieri, al villaggio turistico Europa di Grado, ha festeggiato i suoi primi quarant’anni. «Una tappa, non un traguardo – dice il presidente, Marco Seibessi – perché guardiamo al futuro con grande fiducia e con lo spirito di sempre».

Era il 1979, c’era la crisi della cantieristica e fu allora che un gruppo di persone pensò di cambiar strada. Dalla prima sede, quella di una “tesa”, ovvero un fienile in una casa colonica del rione di San Vito, sino alla nuova sede nella zona artigianale ronchese. Il primo lavoro fu la metanizzazione di Ronchi dei Legionari. Il 2018, invece, si è chiuso con un valore della produzione di 27 milioni e un utile di 200 mila euro. Dal 23 settembre 1979 a oggi, insomma, di strada ne è stata fatta tanta. Soprattutto grazie alle persone della Ici. Loro al centro di tutto. Come gli ex presidenti Alessandro Zenchi e Ugo Olivo, ma anche grazie a Leda, Danila, Antonio, Loris e Andrea. «Che non sono qui a festeggiare con noi – dice Seibessi – ma che hanno contribuito a far sì che la cooperativa sia diventata quella realtà che ora è».

Due premi particolari sono andati a Renza Margarit, una delle colonne della Ici e vedova di Olivo e, poi, ad Armando Longo, il primo geometra da pochissimi giorni in pensione. Longo ha percorso tutta la sua strada professionale nell’azienda ronchese, dove ha trascorso 39 anni. Un vero e proprio record. Olivo, persona schiva ma altrettanto generosa e gran lavoratore, era stato tubista alle dipendenze dello stabilimento navalmeccanico di Panzano. Alla fine degli anni Settanta la crisi del cantiere. E Olivo, assieme ad altri operai e alla moglie Renza, decidono di fondare la Ici Coop. Allora c’è da metanizzare la Bisiacaria e la Ici Coop fa vedere di che pasta sono fatti i suoi fondatori. «Oggi – spiega l’amministratore delegato, Davide Zanuttini – festeggiamo quelle donne e quegli uomini che con il loro lavoro hanno lasciato il segno nelle cose che abbiamo fatto e i quello che siamo. Facciamo un mestiere meraviglioso, perché è nella natura dell’uomo cambiare il mondo che lo circonda e cercare di renderlo migliore».

È stato l’avvocato Alessandro Cinti a ricordare la figura di Olivo «un uomo di sostanza con la rara capacità di ascoltare quello che le persone, anche negli incontri più difficili, avevano da dire. Senza mai interrompere, ma con la grande capacità di riassumere e di trovare una soluzione». A parlare è stato anche Fabio Millevoi, vicepresidente dell’associazione italiana futuristi italiani, mentre l’assessore Sebastiano Callari, oltre a donare a Seibessi una targa della Regione, ha parlato di una »grande storia italiana». «Le sfide che la Ici Coop di Ronchi dei Legionari ha saputo affrontare e vincere – sottolinea – sono un esempio e uno stimolo per chi oggi intende fare impresa e guardare al futuro». A concludere Livio Nanino, presidente regionale di Legacoop, il quale ha ricordato come la Ici sia un tassello importante del mosaico che compone il movimento cooperativo regionale. Tra le opere realizzate da Ici Coop, la ristrutturazione dello stadio Friuli di Udine, la costruzione del polo intermodale, della nuova caserma della Polstrada a Trieste e molti interventi anche in altre realtà italiane, come il ponte di Mulazzo, in provincia di Massa Carrara, per conto della Regione Toscana. —



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