Il buffet Impero in pensione dopo quasi 60 anni

Gestito dal 1979 da Mario Srichia con la moglie Odinea, che a breve lasceranno l’attività
Silvano Trieste 04/06/2013 Buffet Impero
Silvano Trieste 04/06/2013 Buffet Impero

Il nome che porta, Impero, è di quelli impegnativi. Ancor oggi però non è chiaro se chi lo scelse, nel 1957, anno della sua inaugurazione, volesse riferirsi a quello asburgico, che a Trieste fa sempre battere i cuori di più di qualcuno, o a quello anelato dal regime durante il ventennio. Resta il fatto che ha segnato un’epoca, con la sua presenza in piazza della Libertà di fronte alla stazione centrale, e che sta per chiudere i battenti. Parliamo del buffet in stile tipicamente triestino, gestito fino a oggi dal lontano ’79 da Mario Srichia, assieme alla moglie Odinea. «Ci siamo sempre divisi i compiti - dice Mario, classe ’44, che iniziò a sgobbare dietro al bancone di un bar in via Farneto, prima ancora di avere compiuto 14 anni - perché io ho operato prevalentemente al banco, mia moglie invece ai fornelli, preparando piatti apprezzati da generazioni di triestini e di turisti, in particolare selvaggina, cinghiale, speck e papavero, gulasch». «Oggi lo posso dire - afferma la moglie - Mario meriterebbe l’aureola per la pazienza e la disponibilità dimostrate in tutti questi anni, anche con me». Le fortune di un pubblico esercizio si basano anche sull’armonia di chi vi lavora. Il figlio Manuel invece ha seguito tutt’altra strada, entrando nel corpo dei Vigili del fuoco. «È sempre stata la sua passione - precisa Mario - e sono contento così». Alla vigilia di questa chiusura che priverà Trieste di un altro dei suoi angoli più caratteristici, il pensiero corre fatalmente ai momenti più belli. «Gli anni migliori - dice Mario - furono quelli dei grandi acquisti in Borgo Teresiano da parte degli slavi. Vendevo polli a decine. Ma rammento con piacere gli anni in cui il vicino PalaTripcovich era teatro. Venivano da me Giustino Durano e Gianni Garko e molti cantanti lirici, il basso Graziano Polidori, Chiara Taigi, soprano, Fiorella Burrano». Di questi fanno bella mostra le foto con dedica appese alle pareti. Chissà cosa direbbero i fondatori del buffet, Silvano Prinz e Romano Arbanassi, che alzarono la saracinesca nel ’57. Triestino come la mamma, mentre il papà era nato a Pola, «ma venne qui alla fine della prima guerra mondiale», Mario ha sempre avuto le idee chiare: «Mai lavorare di sera tardi - sostiene -, la clientela può essere difficile, meglio iniziare molto presto al mattino». Cala il sipario dunque sull’atmosfera tipica del buffet Impero. «Ringrazio la clientela più affezionata - dice Mario con un pizzico di emozione - soprattutto i postali che viaggiavano sui treni e che mi hanno sempre seguito. Qualcuno mi telefona ancora e mi viene a trovare da Milano, è una grande soddisfazione». Adesso farà a tempo pieno il nonno di Emma e di un’altra femmina in arrivo.

Ugo Salvini

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