Il Cai senior trascina in gita 150 amanti delle escursioni

E chi l’ha detto che, arrivati all’età della pensione, ci si deve limitare a fare i nonni, a portare il cagnolino al parco o a darsi al volontariato (tutte attività, sia chiaro, meritorie, piacevolissime e spesso indispensabili)? Anzi, sempre più spesso anche chi ha qualche primavera in più alle spalle si concede avventure emozionanti, esplorazioni stimolanti ed esperienze a stretto contatto con la natura, fedele al motto che vuole che le passioni, davvero, non hanno età. Come quella per la montagna e per le escursioni, ad esempio, testimoniata dall’attività robustissima dei gruppi seniores del Cai, il Club alpino italiano. Quello di Gorizia è particolarmente vivace, ed è uno dei più importanti del Triveneto.
Chiamato Slow trekking, è stato fondato nel 2011, per primo in Friuli Venezia Giulia, dal goriziano Elio Candussi, che oggi ha lasciato il ruolo di responsabile a Libero Tardivo per ricoprire quello di coordinatore dei 25 gruppi seniores del Cai presenti in tutto il Triveneto. In città i soci partecipanti sono oltre 150 (equamente divisi tra uomini e donne), e nel tempo l’attività del gruppo è cresciuta in modo esponenziale, arrivando a contare fino a 25 uscite all’anno, alcune anche di diversi giorni: si va dalle Alpi alle Prealpi Giulie fino alle Carniche, per sconfinare in Slovenia o in Austria, ma anche fare tappa nelle splendide Dolomiti, in Veneto.
«Certo ci sono le “vecchie glorie” dell’alpinismo e gli escursionisti più allenati che continuano ad affrontare uscite impegnative, ascese e vie ferrate – racconta il fondatore Candussi –, ma la maggior parte degli iscritti ai gruppi seniores apprezza soprattutto gli stimoli derivanti dall’osservazione dell’ambiente montano, della flora e della fauna, oppure dalle testimonianze storiche che si trovano sul territorio, come quelle della Grande Guerra. Visitiamo malghe e villaggi abbandonati, riscoprendo e valorizzando luoghi talvolta dimenticati, e una funzione importante dei gruppi seniores è senz’altro quella sociale, perché la nostra attività avvicina pensionati che spesso vivono da soli e possono condividere momenti spensierati così come acciacchi o preoccupazioni».
La crescita dell’attività del gruppo di Gorizia – che in fondo va di pari passo con l’invecchiamento della popolazione e con il trend demografico di una città non proprio “giovanissima” – è testimoniato anche dai numeri: se fino agli anni scorsi per organizzare le escursioni bastava noleggiare una corriera da 50 posti, nel 2019 molte delle uscite hanno contato fino a 70 partecipanti.
«Non mancano poi le attività formative, rivolte ai neofiti della montagna, che magari si avvicinano all’attività all’aria aperta in tarda età una volta liberi dagli impegni lavorativi – spiega ancora Candussi –. E questi incontri sono fondamentali per diffondere la cultura del rispetto dell’ambiente montano e della sicurezza. Formazione che conduciamo anche per insegnare ai soci come gestire ad esempio il problema delle zecche, che può sembrare banale ma non va sottovalutato». Da anni Gorizia con la sua sezione partecipa al raduno Triveneto dei seniores, che quest’anno ha coinvolto oltre 500 persone sui Colli Euganei, per l’organizzazione del Cai di Padova, e non di rado in riva all’Isonzo proprio i pensionati goriziani ospitano amici del Veneto, della Lombardia e del resto del nord Italia interessati a visitare i luoghi della Prima guerra mondiale, Sabotino in testa. —
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