Il dj beccato con la droga resta in cella

POLA. Linea dura contro il disk jockey inglese “beccato” con la droga al festival di musica elettronica Unknown che si è svolto nello scorso settembre a Rovigno e che ha richiamato migliaia di giovani provenienti da mezza Europa.
David Andrew Bird, ventisette anni, dj britannico, resta infatti in carcere. Il giovane, denunciato per detenzione e spaccio di droga, si trova in stato di fermo cautelare presso il Tribunale regionale da ormai quattro mesi. Il ricorso contro la decisione sulla carcerazione preventiva è stato bocciato in queste ore per il pericolo di fuga mentre la misura cautelare è stata prolungata di due mesi. David Andrew, pertanto, non verrà rimesso in libertà nell’attesa del processo che sarà celebrato, quando non si sa, al Tribunale comunale di Buie.
Le manette ai polsi del giovane dj erano scattate la sera del 13 settembre 2013 nell’insediamento turistico di Amarin dove si svolgeva il festival. La polizia aveva trovato Bird in possesso di 22 compresse di ecstasy da 5,45 grammi e di 3,13 grammi di ketamina. Il giorno dopo, nella perquisizione della casa che David Andrew aveva preso in affitto nel villaggio di Carmedo a Valle, erano stati trovati diversi pacchetti contenenti 26,13 grammi di cocaina, 20,13 grammi di ketamina e 4,65 grammi di mefedrone, una droga sintetica stimolante. C’erano anche due bilancini digitali, 1.400 sacchetti nylon vuoti e 52.230 kune (più o meno 7mila euro) in contanti.
Per la Procura di Pisino che ha condotto l’inchiesta non ci sono dubbi: le sostanze stupefacenti erano destinate allo spaccio e non all’uso personale come invece ha sempre affermato il ragazzo. La Procura, stessa, chiede perciò la pena detentiva di due anni nonché il sequestro dei proventi accertati dalla vendita della droga: le 52.320 kune, 310 sterline e 85 euro.
L’atto d’imputazione a carico del dj britannico era stato sollevato in tempi relativamente brevi per la giustizia croata, per la precisione un mese dopo l’arresto. Bird, inizialmente, avrebbe potuto riacquisire la libertà su cauzione, versando 33.500 sterline, cifra che in un secondo tempo è stata ridotta a un terzo. Non se ne era fatto niente poiché David Andrew Bird non aveva i soldi per pagare. Suo padre Kevin aveva vanamente tentato di raccogliere la cifra arrivando solo a un terzo. Alla stampa aveva dichiarato che l’unico suo desiderio era quello di avere con se il figlio a casa nell’attesa del processo. E aveva aggiunto che sicuramente il figlio sarebbe tornato in Croazia per poter dimostrare la sua innocenza.
Adesso, comunque, non si sa ancora quando inizierà il processo. In un primo tempo la giudice Slavica Tomac-Ciric aveva fissato l’udienza all’11 dicembre 2013, data annullata in quanto il Tribunale regionale di Pola non aveva ancora deliberato sul ricorso contro la carcerazione preventiva. (p.r.)
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