Il Friuli Venezia Giulia scommette sui maestri dell’arte contemporanea

TRIESTE La celebre installazione di Christo sul lago d’Iseo ha dimostrato che si può portare oltre un milione di persone in quindici giorni a visitare un sito poco battuto dalle rotte turistiche. La Regione Friuli Venezia Giulia ha deciso di scommettere su questo filone culturale e turistico, annunciando un progetto che porterà 17 opere permanenti di altrettanti artisti internazionali sul territorio regionale. È un progetto in cui la Regione può vantar un partner d’eccezione, le Nazioni Unite: le opere si ispirano infatti ai 17 obiettivi dello Sviluppo sostenibile fissati dall’Onu per il 2030. Ci sono tutti i presupposti, insomma, perché nel giro di un paio d’anni il Friuli Venezia Giulia diventi un museo d’arte contemporanea all’aria aperta unico al mondo: anche per questo la Regione si appella ai grandi privati del territorio perché prendano parte all’impresa.

L’iniziativa è stata presentata ieri mattina in conferenza stampa dal presidente regionale Massimiliano Fedriga, dall’assessore ad Attività produttive e Turismo Sergio Emidio Bini, accompagnati dal direttore di PromoTurismoFvg Lucio Gomiero, dal project Manager Alessandro Gaetano e dal curatore, il critico d’arte Demetrio Paparoni.
L’idea trae spunto dagli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite, dicevamo: lotta alla povertà, alla fame, diritto all’istruzione alla salute e via dicendo. «Ormai da cent’anni l’arte contemporanea non si occupa più di temi - spiega Gaetano, ideatore del progetto -. Con queste opere noi schieriamo 17 grandi artisti contemporanei su forti temi di carattere sociale». L’idea è piaciuta all’Onu, tanto che l’economista Jeffrey Sachs, tra i vertici dell’Onu, ha inviato un videomessaggio di sostegno alla Regione.
Già molti artisti sono stati contattati e hanno aderito al progetto. Il curatore Paparoni ha avviato contatti con artisti del calibro di Anish Kapoor, Antony Gormely, Doug Aitken, Federik De Wilde, Jaume Plensa, Joana Vasconcelos, Kiki Smith, Sean Scully e Wang Guangyi. Sono stati attivati incontri anche con artisti italiani come Carlo Bernardini, Giorgio Andreotta Calò, Nicola Samorì, Nicola Verlato e Sergio Fermariello. «Paradossalmente abbiamo incontrato reticenze soprattutto fra gli artisti italiani - racconta Paparoni - perché non credevano che davvero un progetto così avanzato potesse essere realizzato in Italia».
Invece in questo caso il sostegno delle istituzioni è certo, ha spiegato il presidente Fedriga: «Si tratta dell’unico progetto a livello globale che viene fatto sugli obiettivi del 2030, con oltretutto artisti di caratura internazionale, per valorizzare il Friuli Venezia Giulia e far sì che un percorso turistico tra queste grandi opere possa trovare motivo per attirare nuovo turismo nel nostro territorio. Inoltre sensibilizza sui 17 obiettivi che danno al Fvg motivo di attrazione e di essere in prima linea sulla sostenibilità».
In questa fase di pianificazione il progetto è promosso dalla Regione (con l’assessorato di Bini e quello alla Cultura di Tiziana Gibelli) e gestito da PromoTurismoFvg, come ha spiegato il direttore Gomiero: «Sarà una grande opportunità per il turismo regionale. Il nostro obiettivo sono i “cultural explorers”, i viaggiatori disposti a muoversi a fini culturali. Abbiamo studiato il bacino a livello internazionale, sono circa mezzo milione in Italia e, ad esempio, 700 mila solo in Germania». Ha spiegato Bini: «In questo modo il Fvg costruisce e rafforza il suo brand a livello internazionale».
La Regione ha già stanziato per il progetto un milione e 150 mila euro, dei quali 500 mila sul 2020 e 650 mila sul prossimo anno. Il costo delle opere previsto al momento è di circa 5 milioni, anche se il loro valore sarà di molto superiore.
Ha spiegato il project manager Gaetano: «Il valore delle opere sarà certificato da due tra le maggiori case d’asta al mondo, Sotheby’s e Christie’s». La Regione invita quindi i grandi attori economici del territorio a partecipare. Esiste già l’interessamento di alcuni gruppi, anche se i particolari al momento restano riservati.
Dove saranno posizionate le opere? La questione è ancora allo studio, anche se fonti interne all’organizzazione assicurano che il parco di Miramare avrà un ruolo di primo piano. «L’obiettivo non è accontentare tutti ma creare un percorso turistico che abbia senso», precisa Fedriga. L’inaugurazione delle prime opere potrebbe avvenire a fine 2020 e concludersi poi nel 2021. —
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