Il Parlamento sloveno boccia Jankovic

di Mauro Manzin
TRIESTE
Un amaro sorriso disegnato sulle labbra, poi le strette di mano con i suoi deputati mentre nell’aula del Parlamento sloveno risuonava un timido battimani proveniente dai banchi del centrodestra. Il fallimento di Zoran Jankovic (Slovenia positiva) sta tutto nell’esito del voto dell’aula: 42 voti favorevoli e uno contrario. I deputati di centrodestra non hanno ritirato le schede per il voto. Insomma due voti in meno di quelli che aveva al momento di entrare in aula. Una disfatta.
Chi lo ha tradito? Molti puntano il dito sul leader dei socialdemocratici (Sd) Borut Pahor notoriamente contrario all’alleanza con Slovenia positiva. E l’altro? Poco importa. Palla al centro. O meglio, palla al presidente della Repubblica, Danilo Türk che, sentiti i gruppi parlamentari nominerà un nuovo candidato premier oppure riaffiderà l’incarico allo stesso Jankovic. Ipotesi, quest’ultima, alquanto remota visto che l’ex sindaco di Lubiana non ha portato a casa neppure i voti che venivano dati per sicuri. Eppure ieri sera Türk ha affermato che per lui «Jankovic resta un serio candidato» alla poltrona di primo ministro.
Logica democratica imporrebbe che il mandato venisse ora affidato al secondo classificato alle elezioni anticipate dello scorso 4 dicembre, ossia Janez Jansa. Il quale nei giorni scorsi ha stretto le fila della sua possibile coalizione che potrebbe essere formata oltre che dai democratici (Sds) anche da SlS (popolari), Nsi (Nuova Slovenia) e Lista Virant: totale dei voti in Parlamento? 44. Punto e a capo? Non proprio perché resta aperta la possibilità che al plotoncino già compattato da Jansa si uniscano anche i pensionati (Desus) con la loro dote di sei deputati. A questo punto è verosimile che, ricevute le debite garanzie, anche i due deputati delle minoranze (italiana e ungherese) votino la fiducia. Totale a questo punto? 52 voti. Un margine rassicurante in Parlamento.
Da segnalare che i deputati della Sds, della Sls e di Nsi ieri non hanno neppure ritirato le schede per il voto di fiducia. Hanno voluto così fugare ogni dubbio su ipotizzati “acquisti” di consensi dell’ultima ora da parte di Jankovic. Voce che ieri è corsa insistente durante tutta la seduta del Parlamento durata quasi cinque ore. I deputati si marcavano stretti, tutti osservavano le mosse di tutti. Quindi per fugare ogni sospetto il centrodestra ha deciso di non ritirare le schede di voto.
E dire che Jankovic sperava molto in qualche “franco tiratore” dichiarandosi convinto all’inizio di seduta di ottenere i 46 voti necessari per la fiducia. In aula invece la nemesi, i “franchi tiratori” ci sono stati ma contro e non a favore di Jankovic. La situazione politica slovena, dunque, è molto complessa e senza un esecutivo nella pienezza delle sue funzioni oramai da quasi tre mesi. La crisi economica avanza, i rimedi latitano, il baratro è sempre più minaccioso.
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