Il traffico autostradale cresce del 2,2%

A gennaio si consolidano i segnali di ripresa sulla rete di Autovie venete. A febbraio si rafforza l’aumento dei camion
Un'immagine generica di traffico in autostrada
Un'immagine generica di traffico in autostrada

La ripresa dei traffici in A4 si consolida. Dopo il +0,36% del 2014 rispetto al 2013, gennaio 2015 fa segnare un incremento del 2,2%. A febbraio il trend pare confermato «pure per quel che riguarda il traffico pesante», fa sapere Emilio Terpin, il presidente di Autovie Venete. La società partecipata della Regione comunica i numeri di inizio 2015 e il segno “più” spunta sia alla voce automobili che a quella dei camion.

Il mese scorso ha visto in strada sulle tratte gestite dalla concessionaria 61.813 veicoli a due assi con sagome fino a 1,30 metri (vale a dire autovetture, motocicli, motocarri e monovolumi) in più del gennaio 2014: si è passati da 2.242.434 passaggi a 2.304.265. Lieve aumento anche per quel che riguarda il traffico pesante, la somma delle altre classi (B, 3, 4 e 5) di veicoli: si sono contati 4.597 mezzi in più da un anno all’altro (da 774.332 a 778.929). In percentuale il “leggero” è salito del 2,76%, il “pesante” dello 0,59%, complessivamente ci si attesta al +2,2%.

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Numeri all’insù anche rispetto alla fotografia 2014, che pure segnalava la ripresa, seppur timida, dei movimenti in autostrada. A fine dicembre dell’anno scorso si registravano infatti 32.233.259 veicoli leggeri contro i 32.137.509 (+0,30%) del 2013 e 10.922.552 contro 10.861.601 pesanti (61mila in più, +0,56%), per un totale di 43.155.811 contro 42.999.110 (156mila in più, +0,36%). «I riscontri di gennaio sono confortanti, ma a febbraio si rafforza la ripresa dei tir, un altro segnale positivo che non può che rafforzare l’ottimismo» afferma Terpin. Più traffico significa naturalmente più introiti e quindi più soldi a disposizione da convogliare nei cantieri per la terza corsia.

A quanto pare le cose stanno andando meglio delle previsioni inserite nel piano economico finanziario riscritto dall’amministratore delegato Maurizio Castagna e presentato al ministero a fine anno scorso. «In un contesto di notevole complessità tecnica e di instabilità economica – si legge nella relazione riassuntiva inserita nel bilancio 2013/14 – è stata favorita una prudente interpretazione dei dati raccolti che porta a rivedere le previsioni del piano vigente ipotizzando, nel periodo dal 2014 al 2025, un volume complessivo di chilometri percorsi inferiore di oltre il 20% rispetto ai precedenti scenari». Sempre nel bilancio si evidenzia che il 2013/14 ha registrato 16,1 milioni di euro in più di ricavi al casello (+11,3%), saliti da 142,9 a 159 milioni, con altri 20 milioni circa tra indennizzi per transiti eccezionali e integrazione dal canone concessionale, soldi freschi per l’allargamento della A4 nell’attesa che la situazione si sblocchi a livello europeo per quel che riguarda la decisiva proroga della concessione in scadenza nel marzo 2017.

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Su questo fronte Terpin conferma di essere in attesa di informazioni da Bruxelles. A metà del prossimo mese è in programma un incontro in direzione Concorrenza della Commissione che dovrebbe dare una risposta definitiva relativamente alle tre notifiche inviate dal governo italiano in cui si cerca di far digerire alla Ue un allungamento delle concessioni senza procedure di gara ad Autovie ma anche ad Autobrennero per la A22 e alla Sias, società del gruppo Gavio, per la A33 Asti-Cuneo. «Guardiamo a quel verdetto ritenendo di poter dimostrare di avere diritto alla proroga – spiega ancora Terpin – ma nel contempo stiamo anche valutando la strada delle aggregazioni con altri poli del Nord». Operazioni di risiko autostradale che dovranno rafforzare le ipotesi di lavoro del piano: «Stiamo seguendo con attenzione le vicende del terzo e del quarto lotto – prosegue Terpin con riferimento in particolare all’attesa sentenza del Consiglio di Stato sull’interdittiva antimafia contro la De Eccher, affidataria dei lavori dal ponte sul Tagliamento a Gonars – senza dimenticare che abbiamo in entrata, oltre ai normali flussi, anche i circa 100 milioni statali e i 150 milioni di Cassa depositi e prestiti».

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