In 1500 per la veggente Mirjana

Puntuale, di certo loquace, forte soprattutto di un copione comunicativo consolidato in anni di rappresentazioni pubbliche. Mirjana Dragicevic, una delle presunte veggenti della Vergine di Medjugorje, assolve il suo compito e tiene a bada il pubblico, costituito da poco più di 1500 tra fedeli, curiosi e penitenti, accorsi ieri alla “Giornata di Preghiera”, una maratona sacrale organizzata nella parrocchia di Santa Maria Maggiore dal Santuario Diocesano di via del Collegio. Si attendeva il “tutto esaurito” per le esternazioni della veggente/albergatrice di Medjugorje ma al di là della genetrosa rappresentanza cittadina, sono approdati a Trieste solo una dozzina dei 42 pullman previsti, molti dei quali bloccati, pare, dai prodromi del gelo e del maltempo in atto tra il Veneto e la Carnia.
Molta cronistoria, scampoli di narrativa, poche risposte ma pure alcuni pensieri degni e attuali, soprattutto quelli indirizzati alla frammentazione all'interno delle famiglie e alla assoluta necessità di fornire veri esempi da parte dei genitori. Mirjana Dragicevic rispetta le consegne, parla molto e cerca (almeno) di non illudere, senza stupire con affetti ed effetti speciali.
Lo scorso anno, in un piccolo appartamento dalle parti di via Besenghi, un suo “collega” brasiliano, tale Edson Glauber, fece però di meglio e procurò una apparizione della Vergine versione carioca, anche lei, come la Gospa di Medjugorje, dotata di un look sobrio quanto efficace: capelli neri lunghi, occhi chiari, lucente e di grigio/bianco vestita. Ieri niente di tutto questo, solo molta preghiera, meditazioni e catechesi, un cartellone distillato dalle 8 alle 18 circa, sino alla Santa Messa celebrata dall'Arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi. Contenuto il fermento attorno alla manifestazione. Il marketing di cornice non manca ma è discreto, abituale e si rivolve con pochi banchetti disseminati in via del Collegio e all'interno della Chiesa; c'è di tutto, dalla piccola coroncina a offerta libera alla statuina in marmo di San Michele Arcangelo, prezzo: 110 euro. I mercanti veri tuttavia possono entrare ancora nel tempio e adottano il suolo sacro per la reclame di un pellegrinaggio alla volta di Medjugorje nel mese di aprile, con formula che prevede il pagamento in “tre comode rate”. Ma gli allarmi risiedono altrove, da chi ignora ad esempio il 7' comandamento, anche in terra consacrata. Capita così di sentire dal pulpito e dalla voce di un sacerdote, di “stare attenti ai borseggiatori”, sparsi tra folla e sugli scaloni accarezzati dal primo nevischio di via del Collegio. Per oltre 90 minuti la veggente ha provato a regalare qualcosa ma dando tuttavia l'impressione di un film già visto. Più interessante la riflessione sulle tematiche sociali (“non giudichiamo e diamo il buon esempio, soprattutto ai giovani”), evanescenti invece le repliche alle invocazioni giunte dal pubblico, riguardanti spunti come la sofferenza, il disagio, le malattie. I veri misteri, a cui “segni straordinari”, digiuno e preghiera spesso non bastano per esistere e resistere.
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