In Fvg la Lega scarica i “vecchi”, Piasente favorito

A rischio i parlamentari uscenti Pittoni e Follegot. Il segretario capolista in pectore al Senato. Fedriga in pole alla Camera
Pagnacco 27 maggio 2012.Congresso della Lega Nord presso l'auditorium delle scuole medie..Piasente vince le elezioni..Telefoto Copyright Petrussi Foto Press / Ferraro Simone
Pagnacco 27 maggio 2012.Congresso della Lega Nord presso l'auditorium delle scuole medie..Piasente vince le elezioni..Telefoto Copyright Petrussi Foto Press / Ferraro Simone

TRIESTE. Da una parte i “vecchi” che resistono. Dall’altra la base che chiede il rinnovamento. E ha più di qualche nome da suggerire, pure al femminile. La Lega Nord di Bobo Maroni cambia anche in Fvg. O almeno prova a farlo adesso che il nuovo corso lo consente. Abituiamoci - a meno che non prevalga, a sorpresa, la restaurazione -, a Matteo Piasente (classe 1971) e Massimiliano Fedriga (1980), Stefano Teghil (1973) e Daniele Moschioni (1967), Elena Lizzi (1967) e Maddalena Spagnolo (1973). Ricambio politico e generazionale.

La Lega Fvg, innanzitutto, si svecchia. E, nel momento del tunnel che si restringe (da 3 a 1-2 posti in Parlamento, da 8 a 4-6 seggi in Consiglio regionale), rinnova. Al segretario Piasente, la prima new entry post-Bossi, la base chiede di cambiare, anche se lui minimizza: «Quello del rinnovamento è un clima che si respira in tutti i partiti. I nostri militanti chiedono più che altro che le cose vengano decise sul territorio, garanzia che abbiamo già ottenuto». La prima novità potrebbe riguardare proprio lui. Da tradizione recente i segretari regionali del Carroccio non trovano posto in Consiglio. È accaduto per Marco Pottino e Pietro Fontanini. Piasente potrebbe essere così il capolista al Senato, lasciando il posto alla Camera a uno che, questione d’età, non può fare il senatore, il triestino Fedriga. I rumors, considerato che la Lega ha un posto sicuro alla Camera e un altro probabile al Senato, danno l’accoppiata favorita per Roma. Trieste è la più piccola realtà padana in regione, e non di poco, ma Fedriga, tra gli 11 capidipartimento voluti da Maroni, ha contatti di vertice a Milano ed è pure uscente. Piasente andrebbe invece a sostituire gli altri due parlamentari in carica, Mario Pittoni (classe 1950) e Fulvio Follegot (1953). Il primo, bossiano di ferro, metterà peraltro sulla bilancia un notevole attivismo, che lo ha visto recente protagonista del passaggio dalla Stato al Comune del castello di Udine e del ritorno del friulano in Rai. Dopo di che, sfumasse un nuovo viaggio nella capitale, Pittoni è un nome spendibile come anti-Honsell nel capoluogo friulano, una prospettiva che potrebbe riguardare anche Maurizio Franz, il presidente del Consiglio regionale.

La partita del Parlamento si intreccia inevitabilmente con quella della Regione, lì dove la Lega, con un voto di protesta orientato verso il Movimento 5 Stelle, faticherà a replicare il 13% del 2008. Tra vittoria e sconfitta cambia ovviamente il mondo ma va pure tenuto conto di un Consiglio che potrebbe risultare dimagrito dalla riforma dello Statuto. E così il Carroccio, in prospettiva, viaggia tra i 4 e i 6 seggi. A rischiare di più sono due padani di lungo corso come Franz e Claudio Violino. La Lega non ha regole che impediscano la quarta legislatura consecutiva, ma non ha nemmeno mai consentito di superare quota tre. Violino si limita a dirsi «a disposizione», ma è noto che non gli dispiacerebbe per nulla, come del resto a Franz, continuare l’esperienza in Regione. Ma la strada è stretta, per Roma come per Trieste. Sono messi meglio Danilo Narduzzi, capogruppo in Regione e molto forte a Pordenone, e Federico Razzini, vicecapogruppo che, di fatto, ha vinto il congresso di Gorizia che ha incoronato Walter Sepuca. Il ricambio possibile? Gli udinesi Teghil e Moschioni e tre donne: Lizzi, Spagnolo e Arianna Dreossi, segretaria particolare di Violino e vicepresidente di Fvg Strade. Quote rosa in rialzo proprio quando la stella di Federica Seganti pare un po’ in ribasso. Sempre partendo dalla debolezza elettorale di Trieste, per lei può restare aperta forse solo la porta di un Tondo bis, vista la necessità di prevedere un terzo di donne in giunta. Quanto a un altro big, Pietro Fontanini, la soluzione è scritta: un altro mandato in Provincia di Udine. Perché le Province, al momento, non le hanno tagliate. I posti in Consiglio, invece, potrebbero ridursi. «La Lega voterà sì alla Camera - afferma Fedriga -. Dopo le Regioni, tuttavia, andranno riformati anche i due rami del Parlamento».

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