Intesa Dussmann-sindacati sulle mense scolastiche. Ecco cosa prevede l'accordo

Accordo siglato tra Dussmann e sindacati. Ecco i punti dell'intesa:
- Le lavoratrici delle mense comunali potranno da oggi contare sulla stabilizzazione di 47 ore giornaliere aggiuntive, retribuite, spalmate su 154 dipendenti.
- Queste ore andranno a favore prevalentemente di chi con il nuovo appalto si è visto ridurre in modo più significativo l’orario di lavoro e dunque la paga.
- Entrano a tutti gli effetti a far parte del contratto, dell’appalto, con le relative ferie, tredicesime e liquidazione
- Verranno aggiunte entro fine mese 35 ore giornaliere di straordinario (a loro volta da distribuire fra il personale).
- A verbale è stato inserito anche il riconoscimento di un livello superiore di qualifica a diverse addette alla mensa che da tempo svolgono altre mansioni e che verranno promosse ad aiuto cuoche.
I commenti. «Un buon risultato, vista la rigidità iniziale dell’azienda, diventato possibile anche grazie alla forte unione creatasi tra noi rappresentanti sindacali e le lavoratici che si sono fidate delle strategie che abbiamo suggerito mettendo la Dussmann alle strette», dichiara soddisfatto Andrea Blau della Fisascat Cisl. «Un plauso alle lavoratrici e anche ai genitori che hanno dimostrato comprensione e solidarietà - riconosce Matteo Zorn della Uil Tucs -, le aziende devono capire che la qualità del servizio va di pari passo con la qualità del lavoro».

Lo sciopero. L’incontro era scaturito a seguito dello sciopero indetto per lo scorso 2 marzo. Oltre un centinaio di lavoratrici impegnate nelle mense scolastiche comunali avevano incrociato le braccia per dire basta alle condizioni di lavoro alle quali erano sottoposte causa il nuovo appalto - quello siglato a fine 2015 ed entrato in vigore dalla scorsa estate già con i centri estivi - che ha previsto un taglio delle ore e degli stipendi. «Dussmann e le sigle sindacali, impegnate in uno sforzo congiunto, hanno siglato un accordo che soddisfa parti sociali e azienda», scrive in una nota la Dussmann. «Nel corso dell’incontro - si legge - è stata analizzata in maniera puntuale ogni singola componente del piano organizzativo, avendo sempre ben chiaro l’obiettivo di venire incontro alle esigenze dei lavoratori nel rispetto del capitolato d’appalto».
La posizione dell'azienda. Da mesi le lavoratrici con regolarità svolgevano degli straordinari e spesso restavano al lavoro gratuitamente più del previsto. Da oggi quelle ore di straordinario saranno stabilizzate. «L’esito positivo della trattativa - valuta Dussmann- è stato possibile grazie alla volontà delle parti che, pur muovendosi da prospettive diverse, sono riuscite a trovare un punto d’intesa che mettesse al centro l’attenzione alle richieste dei lavoratori e l’erogazione di un servizio di qualità». Secondo il gruppo Dussmann, che opera a livello internazionale in 17 paesi impiegando 70mila persone e che nel 2016 con la Dussmann Service ha realizzato un fatturato consolidato di 408 milioni di euro e a livello globale di 2 miliardi di euro, «l’accordo rappresenta un ottimistico passo avanti che lascia intravedere la preziosa opportunità di giungere a una soluzione strutturata e duratura nella gestione dell’appalto». L’azienda si augura infine che anche il committente, ovvero il Comune di Trieste, voglia condividere appieno il percorso positivo iniziato dalle parti sociali a sostegno dell’occupazione dei lavoratori.
Alto il livello di attenzione. «Manteniamo comunque aperto lo stato di agitazione - avvertono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil -: il confronto sarà costante. Continuiamo a stare con il fiato sul collo dell’azienda». «I risultati ottenuti - valuta Blau - sono un primo passaggio per recuperare equilibrio su quell’appalto che abbiamo criticato fin dall’inizio. Era un passaggio dovuto in attesa ora dei servizi aggiuntivi che potrà garantire il Comune».
A mettere con le spalle al muro Dussmann è stato senza alcun dubbio lo sciopero del 2 marzo. Con un’adesione dell’80% delle lavoratici, l’azienda si è vista costretta a garantire comunque, come previsto da capitolato, un pranzo al sacco ai giovani alunni di nidi, materne, elementari e medie dove il servizio mensa è a carico del Comune. E i genitori dopo aver visto i panini imbottiti con una sottiletta o due fette di tacchino hanno sollevato un polverone. Senza contare che per i bambini più piccoli addentare quel panino era impossibile così come mangiare a morsi la mela inserita assieme ad acqua, succo di frutta e una merendina nel sacchetto consegnato in sostituzione del pranzo.
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