Isonzo senz’acqua, appello alla Regione

Coldiretti e Consorzio bonifica a braccetto: «Bisogna assolutamente realizzare un bacino perché le irrigazioni procedono a singhiozzo. Non si può mettere a rischio le coltivazioni»
Di Francesco Fain

«Serracchiani, aiutaci tu». È l’appello forte e accorato formulato dalla Coldiretti e dal Consorzio bonifica pianura isontina all’indomani dell’allarme-rosso scattato a Sagrado, dove il fiume ha assunto le sembianze di un rigagnolo d’acqua nei pressi della presa del canale Dottori.

Ieri mattina, per la verità, è ripartita l’irrigazione dopo una domenica d’inferno, «ma non possiamo continuare a vivere in emergenza continua», le parole forti chiare di Antonio Bressan che della Coldiretti è il presidente provinciale. «Proprio questa mattina (ieri, ndr) ho effettuato un sopralluogo a Sagrado ed è balzata all’occhio una volta di più la necessità di realizzare al più presto un bacino di contenimento - sottolinea Bressan -. Sono assolutamente d’accordo con la linea della Camera di commercio e del Consorzio di bonifica ma non parliamo di diga, parliamo semmai di bacino di contenimento, visto che i termini tecnici hanno la loro importanza».

Bressan rammenta che quello attuale è un momento cruciale per lo sviluppo delle coltivazioni. «A soffrire sono soprattutto le viti. E se manca la risorsa idrica la pianta va a prendersi l’acqua dal frutto con le immaginabili conseguenze - aggiunge il presidente della Coldiretti -. Sin dalla prima ora, abbiamo sposato appieno il progetto di Sgarlata e Lorenzon. Per questo chiederemo un incontro alla presidente Debora Serracchiani». Ma prima di coinvolgere la Regione, quali sono i passi da compiere con maggiore urgenza? «Prima di tutto, va formulato un appello alla Slovenia affinché garantisca un maggiore deflusso d’acqua dalla diga di Salcano. In seconda battuta, cercheremo di razionalizzare al massimo l’utilizzo dell’acqua che, in queste condizioni, è diventato un bene da centellinare. Scrivete pure che Coldiretti è molto arrabbiata per questa situazione: domenica c’era la processione di agricoltori al ponte di Sagrado ad assistere alla “scomparsa” dell’Isonzo».

A soffrire molto è anche il mais, la cui situazione è già da allerta, visto che senz’acqua questa pianta sviluppa particolari tossine, le Aflatossine, dannosissime per l’uomo ma normale reazione del mais alla carenza d’acqua.

Preoccupazione viva viene espressa anche da Enzo Lorenzon che da anni ormai sta portando avanti la battaglia dell’invaso. «In molti dicono che bisogna trattare con la Slovenia ma è una strada a fondo cieco perché quel Paese ha dichiarato di avere nessuna intenzione di trattare. E allora dobbiamo risolvere il problema in casa nostra: l’unica soluzione è costruire un invaso o una traversa capace di garantire un flusso costante minino di 25 metri cubi al secondo: tale quantitavo metterebbe al riparo dalle conseguenze della siccità. Ormai dobbiamo prendere atto che il clima è cambiato e ci sono lunghi periodo, in piena estate, in cui non piove».

La collocazione ideale per realizzare un sistema di compensazione delle portate si trova a ridosso della passerella di Straccis. «Si prevede un investimento di 18 milioni di euro, con la garanzia di finanziamento per metà dalla Camera di Commercio di Gorizia. Una traversa fluviale inserita in un contesto più ampio di recupero dell’area ormai degradata - scandisce Lorenzon - non sarebbe impattante. Si parla di ridotte altezze di appena tre-quattro metri sufficienti a creare uno sbarramento dalla capacità di almeno due milioni di metri cubi d’acqua».

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