Istria, "Ipsilon" bilingue al cento per cento

FIUME. Assieme al deputato al seggio italiano al Sabor (il Parlamento croato) e presidente dell’ Unione Italiana, Furio Radin, è sicuramente la più meritevole per quanto si sta verificando sull’Ipsilon, la bretella stradale istriana. La connazionale Viviana Benussi, vicepresidente della Contea d’Istria, sta vedendo premiati i suoi molteplici sforzi nell’applicazione del bilinguismo visivo lungo il principale asse viario della penisola, dove in queste settimane si stanno collocando tabelle in lingua croata e italiana anche laddove un tempo non c’ erano.
Si badi che ora la segnaletica bilingue sull’Ipsilon non riguarda solamente il nome di città e località minori, come avveniva in passato, ma anche parole del tipo uscita ed entrata, la denominazione del fiume Quieto e altri toponimi, finalmente riportati nella loro dicitura italiana. «Sono contenta e orgogliosa per il posizionamento di queste tabelle di bilinguismo integrale sull’ Ipsilon – è quanto riferito dalla Benussi –. E’ una battaglia vinta, costata però anni di fatica per il muro innalzato dallo Stato croato. La segnaletica in croato e italiano, garantita dalla legge costituzionale e dallo Statuto regionale istriano, è finalmente cosa fatta, realtà, e ci accompagnerà dal Buiese, al confine con la Slovenia e fino a Pola».
A detta della vicepresidente della Regione, l’Istria ha comunque un marcia in più in quanto a bilinguismo, anche se resta ancora tanto da fare nella tutela dei diritti della Comunità nazionale italiana: «Già negli anni ’90 – prosegue – ci erano stati tolti alcuni diritti acquisiti, con l’allora neo repubblica croata, che aveva dimostrato scarsa sensibilità verso il problema, mentre ai tempi dell’ex Jugoslavia tutto era bilingue. Il passaggio alla democrazia pluripartitica ha invece significato l’ inizio di una lunga battaglia per la conservazione e il miglioramento dei nostri diritti, questione ora recepita dalla Croazia che sta per entrare nell’Unione europea. Ricordo che in riferimento all’Ipsilon c’ era stato anni fa un incontro tra Radin e il ministro del Mare, Trasporti e Infrastrutture, Bozidar Kalmeta, il quale aveva permesso la denominazione in italiano anche della parola “odmoriste”, ovvero area di servizio. Sto martellando da ormai dodici anni la Bina Istra, l’azienda mista croato – francese che gestisce la bretella stradale e infine ho avuto e abbiamo avuto ragione».
La Benussi rivela che il 6 marzo scorso c’ è stato l’ incontro risolutivo con la direzione di Bina Istra, che ha accettato il posizionamento delle tabelle bilingui, su evidente placet di Zagabria. Aggiunge che il suo impegno non si ferma qui e riguarderà il bilinguismo su tutte le altre strade istriane che attraversano municipalità a statuto bilingue, un progetto che potrà avvalersi di fondi dell’Unione europea. «Vogliamo sì il bilinguismo visivo, ma anche quello parlato. Distribuiremo volantini a soggetti economici e a banche, chiedendo le scritte in italiano anche per farmacie, strutture sanitarie e altre istituzioni».
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