La contestazione al Premio Grilz: «Era un camerata violento, non un modello da seguire»

Appello da associazioni, esponenti della cultura e politici: «Questa iniziativa è una vergogna per la Trieste democratica

Piero Tallandini
La conferenza stampa delle diverse realtà contrarie al Premio giornalistico Grilz promossa al Circolo della stampa di Trieste. Foto Silvano
La conferenza stampa delle diverse realtà contrarie al Premio giornalistico Grilz promossa al Circolo della stampa di Trieste. Foto Silvano

TRIESTE Associazioni come Anpi, Cgil, Acli, Arci, Articolo 21, Casa internazionale delle Donne, Comitato Difesa Costituzione e Irsrec Fvg, solo per citarne qualcuna. Figure del mondo della cultura e della società civile, come il giornalista Paolo Rumiz. E poi esponenti politici come la segretaria del Pd di Trieste Maria Luisa Paglia, consiglieri regionali (Maria Rosaria Capozzi, Furio Honsell, Giulia Massolino, Massimo Moretuzzo, Serena Pellegrino), consiglieri comunali (Štefan Čok, Giorgia Kakovic, Riccardo Laterza, Kevin Nicolini, Valentina Repini, Alessandra Richetti) e circoscrizionali. Sono tra i firmatari dell’appello con cui «la Trieste democratica e antifascista dice no al premio giornalistico intitolato ad Almerigo Grilz».

Pierpaolo Brovedani, uno dei promotori dell’appello contro il premio a Grilz (F. Silvano)
Pierpaolo Brovedani, uno dei promotori dell’appello contro il premio a Grilz (F. Silvano)

Un’iniziativa che è stata presentata ieri al Circolo della Stampa (c’era anche Carlo Muscatello, presidente di Assostampa Fvg) e a illustrarne i contenuti è stato in particolare Pierpaolo Brovedani, presidente della sezione Cgil dell’Anpi, nonché ex medico del Burlo ed ex docente universitario. Nell’appello si afferma che il premio «intitolato al neofascista triestino» è «una vergogna per Trieste democratica e antifascista», che «la biografia agiografica pubblicata nel sito ufficiale premioalmerigogrilz.it omette completamente il passato del camerata Grilz, che nelle scorribande violente del Fronte della Gioventù amava esibirsi nel saluto nazifascista» e che «si rese protagonista di spedizioni antislovene nei paesi del Carso e nelle frazioni di Trieste, un discutibile esempio per i giovani giornalisti».

Premio giornalistico Grilz: la presentazione e l’appello delle realtà contrarie
L'ultima foto di Grilz con i guerriglieri in Africa

L’appello ricorda anche che «negli anni ’80, mentre i pediatri triestini del Burlo erano impegnati in Mozambico in una missione umanitaria di cooperazione, Grilz stava con le bande antigovernative della Renamo, tagliagole prezzolati responsabili di stupri, massacri e mutilazioni e responsabili dell’uccisione di almeno 8.000 bambini». «Come cittadini e associazioni democratiche di Trieste chiediamo agli enti locali e alle persone coinvolte di non avallare la celebrazione del giornalista Grilz – conclude l’appello –, figura che in nessun modo può rappresentare un modello professionale (e tanto meno umano e politico) per i nostri giovani. Chiediamo al sindaco di Trieste e al presidente della Regione di non patrocinare l’evento e in particolare al presidente di non finanziare ulteriormente l’iniziativa e invitiamo i giornalisti democratici presenti nella giuria a rinunciare all’incarico».

Viene inoltre citato un passaggio di un articolo di Grilz pubblicato nel 1983, stigmatizzato come «vera e propria apologia di fascismo», in cui scriveva: “L’unica terza via possibile è, quella creata da Benito Mussolini (..) Non basta proclamarsi continuatori del Fascismo a parole. Scorriamo le fotografie di allora: gli squadristi che bruciano l’Avanti, il Duce alla testa delle camicie nere, la trasvolata di Italo Balbo, le bonifiche, i volontari in Spagna contro il comunismo. Tutto è movimento, lotta, mobilitazione, entusiasmo. (..) Benito Mussolini ci ha lasciato qualcosa di immensamente grande: un’Idea. Facciamola vivere e marciare, nell’Italia di oggi, verso il futuro”.

«Viviamo ormai in un clima di assuefazione alla riabilitazione del fascismo e del neofascismo – ha affermato ieri Brovedani –. Fa male vedere istituzioni democratiche che finanziano e danno il patrocinio a un’iniziativa che vuole onorare una figura che non ha alcun merito. Dispiace che anche il Senato ci abbia messo il suo simbolo, ma del resto c’è La Russa e si può capire il perché. Intanto chi vuol firmare l’appello può farlo andando sulla mia pagina Facebook o mandando un’email a brovedanisardo@libero.it. E giovedì alle 11.30 invitiamo tutti a un presidio in piazza della Borsa in occasione dell’inaugurazione della mostra». —

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