La Grande Guerra del consigliere alpino Julius Kugy
Quest’anno ricorre il centenario della prima guerra mondiale, che ebbe inizio il 28 luglio del 1914. Alla dichiarazione di guerra dell’Austria-Ungheria contro la Serbia seguirono le dichiarazioni di guerra incrociate fra quasi tutti gli Stati d’Europa. Subito dopo lo scoppio del conflitto l'Italia proclamò la sua neutralità e in seguito si distaccò dalla Triplice alleanza che l’aveva vista insieme ad austriaci e tedeschi per passare sul fronte franco-inglese.
Nel primo anno di guerra il 97° Reggimento "Freiherr von Waldstätten" del "k.u.k Seebataillon Triest", nel quale combattevano i soldati triestini, venne inviato in Galizia, dove già nelle prime settimane di guerra subì enormi perdite. Appare quindi del tutto ingiusto l'appellativo spregiativo "démoghela", attribuito agli appartenenti a questo reggimento per la loro presunta abitudine di fuggire davanti al nemico.
Il 24 maggio 1915 l' Italia dichiarò guerra all' Austria-Ungheria e la posizione di Trieste si aggravò ulteriormente. I suoi commerci si bloccarono. Ora i cittadini potevano udire il rombo delle granate che scoppiavano nei dintorni di Monfalcone. Anche il noto alpinista e musicista triestino Julius Kugy dovette chiudere la sua ditta commerciale. Nonostante avesse 57 anni, decise di offrirsi volontario come "consigliere alpino" delle truppe austriache. Più tardi spiegò la sua decisione con queste parole: «Non ho certamente l'intenzione di considerarmi un eroe di guerra. Ho fatto soltanto il mio dovere» (dall’autobiografia di Kugy "La mia vita nel lavoro, per la musica, sui monti"). Il 29 giugno 1915 si presentò al Comando della X Armata e venne assegnato alla 184° Brigata, il cui quartier generale si trovava a Tarvisio. Kugy venne così a trovarsi nelle Alpi Giulie a lui tanto care. Lo raggiunse anche Anton Oitzinger, la guida alpina che lo accompagnava abitualmente nelle sue scalate, mentre l'altra sua guida, Osvaldo Pesamosca, combatteva nelle file dell'esercito italiano.
Su queste montagne l'anziano alpinista passò due lunghi anni, fra pericoli e disagi d’ogni tipo, aiutando con la sua esperienza gli ufficiali al fronte. Il suo primo compito fu quello di individuare un punto di osservazione sul monte Montasio, dal quale si potessero vedere le postazioni dell' artiglieria italiana nella Val Dogna. Kugy ne trovò più di uno. I soldati assegnati a questo fronte non erano tutti esperti di alpinismo. Per quelli che non lo erano, Kugy propose di aprire una scuola di roccia nei pressi del villaggio di Camporosso nella Val Canale. L'inverno del 1916 fu molto freddo. I soldati in alta montagna erano esposti a molti rischi, fra i quali quello delle valanghe. Kugy sapeva consigliare come evitarle scegliendo determinati percorsi e passaggi.
Con questi ed altri meriti Kugy si guadagnò una prestigiosa onorificenza: la Croce di Cavaliere dell'ordine di Francesco Giuseppe con banda di guerra. Tuttavia, nella sua esperienza "militare" Kugy si scontrò anche con la rivalità degli ufficiali e con la fatalità degli eventi storici. Quando la vecchia Austria cessò di esistere, espresse il seguente pensiero: "...desidero si sappia che, senza esitare, ho messo al servizio della Patria morente il sangue e gli averi, la salute e la vita; che tenni duro, forte e fedele, finché crollò moribonda..."
Jan Bogatec
Classe IV A
Liceo scientifico
F. Prešeren
Riproduzione riservata © Il Piccolo