La Marittima di Trieste supera il primo “stress test” e confida nel boom di presenze per il 2019

TRIESTE Il Trieste cruise system ha passato l’esame. L’impegnativo test di due navi in contemporanea alla Marittima, con un preavviso di 3-4 giorni, si è misurato con una macchina organizzativa rodata, che ha permesso, in una calda giornata caratterizzata anche dal corteo del Gay Pride, uno svolgimento in fin dei conti abbastanza normale del sabato triestino.
Trieste terminal passeggeri (Ttp) aveva preannunciato che “Costa Luminosa” e “Msc Musica” avrebbero sommato tra sbarchi/imbarchi/transiti 9500 movimenti. Nel perimetro attentamente sorvegliato attorno alla Marittima, sono state svolte le operazioni di controllo e di carico/scarico dei bagagli: Costa e Msc, in considerazione della manifestazione “no grandi navi” a Venezia, hanno preferito spostarsi di 150 chilometri e appoggiarsi a Trieste, dove entrambe sono azioniste del terminal. In serata le due navi sono infine salpate per la crociera in Adriatico. Oggi ormeggerà la “Horizon” per Pullmantur.
Un maggiore utilizzo dello scalo triestino comincia a essere preso in considerazione dalle compagnie, indipendentemente dalle ricadute dell’incidente veneziano di una settimana fa. Al punto che Ttp sta riformulando le previsioni per l’anno in corso: erano programmate 100 mila presenze, adesso si pronostica che il numero di passeggeri da/per la Marittima possa salire del 15-20% verso quota 120 mila. Una marcia di avvicinamento accelerata già nel 2019 verso il traguardo delle 140 mila unità, che era stato fissato per il 2020 soprattutto in virtù delle toccate di “Msc Lirica”.
Quale è il fattore principale che sembra migliorare - sia pure ancora molto gradualmente - la performance triestina? Da Ttp rispondono: il mercato tedesco. Un mercato dove un ruolo decisivo viene esercitato dai tour operator, ai quali si affida una rilevante porzione del turismo ultramontano.
Un segnale concreto arriva da Phoenix Reisen, una grande agenzia di viaggi con sede a Bonn, fondata nel 1973, che gestisce anche una flotta di navi da crociera (Artania, Amadea, Albatross, Germania, l’ultima arrivata Amera acquistata da Holland America Line). L’operatore tedesco ha aumentato il numero di toccate autunnali programmate alla Marittima.
Per la verità Phoenix aveva già saggiato Trieste: era il 2012 ma, causa il contemporaneo svolgersi dell’assemblea Generali alla Marittima, la nave fu spostata allo Scalo Legnami e i tedeschi non gradirono.
C’è un argomento commerciale che Ttp tiene a sottolineare: Trieste deve crescere autonomamente, senza dover aspettare una débacle veneziana. Perchè sia chiaro che le crociere in Adriatico dipendono dall’attrattività della Laguna: se Venezia va in tilt, rischia tutto l’alto Adriatico. Le navi possono continuare a scalare gli approdi del basso Adriatico, come Bari e Ragusa, ma utilizzando gli homeport del Tirreno. Quindi - avvertono al terminal triestino - attenzione perchè la crisi di Venezia potrebbe trasformarsi in un boomerang per la stessa Trieste.
Trieste che al momento non è attrezzata per un ruolo di primissimo piano nel settore. La Marittima ha bisogno di adeguamenti strutturali. Di ipotetici investimenti sull’Adria terminal se ne parlerà dopo il 2022. L’Ormeggio 57 al Molo VII difficilmente può rappresentare qualcosa di più che un generoso quanto precario ausilio.
Si potrebbe rafforzare il sotto-utilizzato Molo IV: ma prima bisogna dragarlo e portare il fondale a 9 metri. —
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