La pioggia di domenica è costata mezzo milione

In tanti si chiedono quanti danni causa a Grado una domenica di maltempo durante la stagione balneare. A grandi linee si può ipotizzare che per l’Isola una simile situazione può determinare mancati incassi per circa mezzo milione di euro. Infatti, solamente gli stabilimenti balneari (quello principale gestito dalla Git, ma anche gli stabilimenti della Costa Azzurra, di Pineta e dei campeggi) fanno sicuramente registrare un mancato incasso globale di circa 200mila euro.
A un tale calcolo si arriva sapendo che una domenica di maltempo a luglio può causare alla sola Git una perdita di circa 70 mila euro. E’ una stima fatta in passato che non si discosta certamente dall’andamento attuale.
Ciò significa altresì, in base alle giornate di maltempo del mese di luglio, che tutto quanto la Git aveva incassato in più durante giugno, è pressoché se non totalmente sfumato (il discorso vale ovviamente per tutti gli stabilimenti balneari).
Il maltempo frena poi l’afflusso dei pendolari, con ciò provocando notevoli perdite ai pubblici esercizi, bar e gelaterie in particolare. Ma anche i negozi soffrono per il minor afflusso di clientela.
A tutto questo si aggiunge quest’anno un ulteriore notevole danno, quello che stanno patendo i ristoratori che, privi delle verande che avevano installato in questi ultimi anni, non possono certamente accontentare tutta la clientela con i soli posti all’interno dei locali.
Sul tema intervengono anche i responsabili del gruppo “Quelli che… amano Grado”, che hanno indirizzato una lettera aperta all’assessore regionale ai lavori pubblici, Mariagrazia Santoro, e al sindaco Edoardo Maricchio. Ricordano che con l’adozione da parte del Comune dell’articolo 66 del regolamento edilizio, che limita le autorizzazioni rilasciate dalla Soprintendenza e che, di fatto, toglie la possibilità di ripristinare le strutture esistenti alla fine dello scorso anno, “è stata tolta la possibilità di fornire un servizio qualificato alla nostra risorsa primaria, l’ospite. L'azzeramento delle occupazioni del suolo pubblico ha prodotto di fatto – proseguono - un aumento volumetrico delle concessioni stesse con conseguente prolificazione di tavoli e sedie che non sono di nessuna utilità in caso di maltempo e, nel contempo, hanno ottenuto un risultato visivo di dubbia qualità”.
Ecco perché “Quelli che… amano Grado” dicono che l’attuale stagione richiede la possibilità, così come previsto dall’accordo fra Regione e ministero, di poter momentaneamente ripristinare la situazione precedente, nell’attesa che la commissione comunale concordata in Consiglio e ancora da istituire elabori proposte da presentare, come richiesto, all’assessore regionale, entro la fine di settembre. I firmatari della lettera aperta chiedono, quindi, “l’immediato ritiro dell’articolo 66 del regolamento edilizio comunale e l’istituzione della commissione comunale per le verande, unica sede istituzionale in cui concordare un percorso condivisibile tra amministrazione, imprenditori e cittadini, eliminando definitivamente la “precarietà istituzionale” con regole certe”.
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