Transitano assassini, trafficanti e passeur: il confine è terra di criminali

Sono 365 gli arrestati nel giro di meno di due anni durante i controlli ai valichi dalla polizia di frontiera. Migliaia, invece, i migranti irregolari intercettati di cui una buona parte respinta

Gianpaolo Sarti

Un arresto ogni due giorni, tra passeur, trafficanti e ricercati con mandati di cattura internazionali per omicidi, rapine, furti e reati di vario tipo. E in mezzo ci sono anche individui che gravitano nelle organizzazioni terroristiche.

I numeri in mano alla Polizia di frontiera di Trieste sull’attività lungo la fascia confinaria con la Slovenia, dopo il ripristino dei controlli da ottobre 2023, dicono molto su chi transita (o tenta di farlo) a Fernetti, a Rabuiese, al varco ferroviario di Opicina, a Pese e a Basovizza, o ai valichi secondari.

Buona parte delle operazioni attuate con i Carabinieri, la Guardia di finanza e l’Esercito, si è concentrata in particolare sui rintracci dei migranti irregolari: 4.787 nel giro di poco meno di due anni, come hanno precisato ieri in conferenza stampa in Questura il dirigente della Polizia di frontiera di Trieste Eddi Stolf e il vice Nicolò Toresini. Un dato comunque in progressiva diminuzione, ha spiegato il dirigente.

Nei mesi presi in considerazione (dunque da ottobre 2023, cioè da quando appunto sono stati reintrodotti i controlli ai confini, alla scorsa settimana), ammontano a 1.694 i migranti irregolari respinti alla frontiera perché privi dei requisiti per l’ingresso nel territorio nazionale o perché non avevano fatto richiesta di protezione internazionale.

Per quanto riguarda l’attività delle pattuglie miste italo-slovene (operazioni, queste, iniziate già nel 2019 ed estese pure alla circolazione ferroviaria), sono stati rintracciati 1.461 migranti irregolari, di cui 1.373 in territorio sloveno.

I profughi raggiungono il confine dopo mesi di viaggi estenuanti e in condizioni spesso disumane percorrendo la Rotta balcanica. Spesso gli agenti e i miliari fermano auto e furgoni con all’interno persone stipate. Ci sono anche bambini e ragazzini.

Un traffico, questo, gestito da vere e proprie organizzazioni criminali «strutturate», ha evidenziato Stolf, che hanno la capacità di modificare e rimodulare di continuo il proprio modus operandi. Per transitare dalla Bosnia all’Italia ogni singolo migrante paga circa 3 mila-4 mila euro a testa. Sono soprattutto turchi, bengalesi, pachistani, siriani e afghani.

La maggior parte punta a raggiungere i Paesi più ricchi del Nord Europa; i profughi tentano di regolarizzare la propria posizione e di costruirsi una vita migliore.

In generale, come detto, grazie ai controlli ai valichi sono state arrestate 365 persone, di cui circa metà (187) per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e l’altra metà per effetto di esecuzioni di misure cautelari o mandati di arresto europei.

Tra le ragioni degli arresti e delle denunce, anche l’introduzione di sostanze stupefacenti (in particolare cocaina, marijuana e LSD), di tabacchi di contrabbando e di auto di grossa cilindrata risultate rubate. «Gli importanti risultati ottenuti – ha osservato Stolf – non sarebbero possibili senza la collaborazione tra le forze di polizia europee e la condivisione di canali informativi internazionali».

Durante i controlli a bordo delle vetture intercettate talvolta vengono rivenute armi bianche, tirapugni e storditori elettrici. «Sono stati anni molto impegnativi in cui sono state avviate e concluse anche indagini molto importanti dirette dalla Procura», ha affermato ancora il dirigente della Polizia di Frontiera di Trieste.

Tra quelle più recenti e di rilievo internazionale vanno menzionati gli arresti dei trafficanti cinesi e dei passeur turchi.

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