La triestina Janoušek racconta i professional organizer

Gli organizzatori professionali sono solo sette in tutto il Friuli Venezia Giulia ma i loro servizi sono sempre più richiesti. Ora esce un libro per chi vuole conoscere o intraprendere la professione

Martina Seleni
Alessandra Janoušek
Alessandra Janoušek

Sono soltanto in sette, in tutto il Friuli Venezia Giulia. Eppure, i loro servizi sono sempre più richiesti. Vengono contattati perlopiù da dirigenti, professionisti e imprenditori, ma anche da mamme e papà in difficoltà rispetto alla gestione delle attività domestiche.

Stiamo parlando degli organizzatori professionali: una speciale categoria già ampiamente riconosciuta nei paesi anglosassoni, ma ancora poco nota in Italia.

«Da noi – racconta la triestina Alessandra Janoušek – questa professione esiste dal 2013, anno in cui è stata fondata Apoi (Associazione Professional organizers Italia). Io sono l’attuale presidente e voglio puntualizzare subito una cosa: noi non ci occupiamo di eventi, matrimoni o cose simili, ma delle persone in tutte le sfaccettature della loro vita, sia lavorativa che privata. Ad esempio, supportiamo i clienti nella gestione dei loro spazi e dei loro documenti. E poi diamo una mano nei momenti di grande cambiamento, come possono essere un trasloco oppure un lutto».

Ma chi sono i clienti abituali? Secondo Janoušek, è possibile stilare una sorta di statistica, che vede nelle prime posizioni i liberi professionisti e i dirigenti d’azienda, soprattutto quelli che si occupano di risorse umane: una risposta più che prevedibile, considerando che viviamo in un mondo in cui siamo sempre più sommersi da piattaforme, password e burocrazie di ogni genere.

«Eppure – aggiunge Alessandra Janoušek – ci sono sempre più professional organizer che si specializzano nel settore dell’educazione: questi miei colleghi lavorano molto con gli insegnanti e con i genitori, aiutandoli a migliorare le loro competenze organizzative e a trasmetterle ai ragazzi».

Le richieste sono sempre più in aumento e gli organizzatori vengono contattati tramite i loro canali social, oppure grazie al passaparola.

Ma per intraprendere questa professione che cosa si deve fare? «Per rispondere a questa domanda – specifica Janoušek – abbiamo scritto il libro “Professional organizing: istruzioni per l’uso”. Non esiste ancora un percorso di formazione scolastico o accademico, e la gran parte di noi è partita da altri lavori, dove però l’aspetto organizzativo era molto rilevante. Io, ad esempio, ho lavorato trent’anni alla Sissa come responsabile delle segreterie scientifiche, e una delle cose che amavo di più era la gestione dei documenti: un aspetto che di solito viene trascurato da molti. Altre mie colleghe, invece, sono state insegnanti, oppure hanno lavorato in aziende ricoprendo ruoli amministrativi».

I professional organizer, pur lavorando come liberi professionisti, non hanno ancora un codice Ateco. «Ma da questo punto di vista – specifica Alessandra Janoušek – presto ci saranno delle novità. Alla fine dell’anno scorso, l’Istat ha lanciato una revisione del catalogo dei codici per le partite Iva, come fa ogni dieci anni circa».

Entrando nel merito della normativa italiana, la professionista triestina e autrice del libro, che sarà presentato all’Antico Caffè San Marco venerdì 6 dicembre alle 18 alla presenza delle tre autrici Alessandra Janoušek, Sara Mantovani e Francesca Procopio (che saranno a disposizione del pubblico dalle 16, per incontrare persone interessate alla professione o per programmare singoli incontri di approfondimento con coloro che desiderano usufruire della loro consulenza come professioniste dell’organizzazione) spiega che «attualmente noi ricadiamo sotto la legge 4/2013, che regolamenta le libere professioni non ordinistiche, ma abbiamo fatto alcune proposte per poter ottenere un codice Ateco specifico per la nostra professione. Stiamo aspettando - conclude la triestina Janoušek - la risposta, e questo sarebbe un passaggio molto rilevante ai fini del riconoscimento della nostra professione». —

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