L’analisi dei tamponi si farà a Monfalcone, laboratorio ad hoc per tutto l'Isontino

MONFALCONE. L’intuizione per creare uno scivolo preferenziale e così imprimere un’accelerata agli esiti dei referti arriva con l’idea di raddoppiare i laboratori di analisi. Da lì, ad aprire l’attività al San Polo è un passo. Ha debuttato infatti ieri mattina il servizio per il controllo dei tamponi da coronavisur. Che raccolgono le mucose faringee prelevate dal cavo orale di qualsiasi residente dell’Isontino, di cui ovviamente si sospetta una possibile tramissione di Covid-19, l’ultima piaga che affligge l’umanità.
Il quartier generale è situato al pianterreno dell’ospedale monfalconese di via Galvani, area distretto, e la regia delle operazioni è stata affidata al dirigente medico Andrea Russo. Questo, a scanso di equivoci, non significa che chi, per un proprio cruccio, senza particolari sintomi, vuole essere sottoposto al test da coronavirus potrà ricevere soddisfazione: l’effettuazione del tampone viene sempre discriminata da operatori del Dipartimento della Prevenzione, dunque nei casi prescritti e secondo l’osservanza di un protocollo.
Ma indubbiamente, agli occhi dell’amministrazione, è una «conquista», poiché «avere l’analisi dei tamponi qui e non più solo a Trieste, dove convergevano fino a prima tutti i campioni, sveltirà le pratiche e, di conseguenza, abbatterà i tempi di attesa». Al San Polo sono giunte pertanto attrezzature, macchinari per consentire il lavoro e kit.
Nel frattempo la collettività si sta impegnando, con il progetto Flash avanzato dall’associazione DinAmici, in accordo con Comune e Asugi, per acquistare attraverso una maxi colletta un dispositivo importantissimo per la Rianimazione del San Polo: si tratta di un ventilatore con monitor del costo paragonabile a una piccola utilitaria nuova, 10-11 mila euro. L’amministrazione ha accolto l’appello, partecipando con una quota di mille euro e anche il mondo sportivo locale ha fatto la sua parte: l’Ufm ha già donato 200 euro.
«In questo duro momento storico continuiamo a lavorare per il nostro territorio e per il nostro progetto primario – spiegano i volontari di DinAmici, che ha sede in via Grado –, ma l’emergenza Coronavirus sta sottolineando la necessità di potenziare immediatamente il reparto di Rianimazione di Monfalcone. Abbiamo contattato svariate ditte e, chiudendo la raccolta fondi a corto raggio, riusciremo a consegnare il macchinario o i macchinari, se ce la faremo a prenderne addirittura due, nel più breve tempo possibile».
Per raggiungere l’obiettivo «c’è bisogno di tutti». È possibile fare una donazione sul conto dell’associazione dedicato all’iniziativa; l’Iban è il seguente: IT94D0887764660000000356640. Oppure via PayPal: http: //paypal. me/associazionedinamici. È importante specificare come causale “Progetto Flash Covid 19”. La raccolta sta già dando i suoi frutti e il costo del primo macchinario risulta quasi interamente coperto, tant’è che alla ditta il sodalizio ha mandato il primo acconto. Il fornitore, accreditato, ha dato garanzie su una consegna nell’arco di poche settimane.
Ma la catena della solidarietà non si esaurisce qui. Ieri la Sbe-Varvit di via dei Bagni, che giorni fa aveva già donato 200 mascherine all’amministrazione, ha rimpinguato la dote con un ulteriore stock di un migliaio di dispositivi di tipo chirurgico, che l’ente sta destinando in primis agli operatori che ogni giorno svolgono assistenza domiciliare all’utenza fragile. Altre 1.500 mascherine, sempre consegnate dall’imprenditore Alessandro Vescovini, sono state poi indirizzate pure alla Croce rossa. Invece Monfalmatic ha regalato 500 bottiglie di acqua alla Protezione civile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo