L’Ass “gela” le Terme: due mesi per l’ok

Le Terme Romane apriranno soltanto a primavera, salvo un’accelarazione, auspicata da tutti, dai monfalconesi prima di tutto, sui tempi dettati della burocrazia per poter mettere in funzione l’impianto. Slitta dunque la partenza al 20 gennaio annunciata il giorno dell’inaugurazione, avvenuta il 20 dicembre.
L’Ass Isontina, infatti, indica un termine massimo di 60 giorni ai fini dell’autorizzazione sanitaria per le Terme. Sono questi i tempi tecnici previsti, secondo le normative vigenti, ai fini del conseguimento del “placet” necessario per l’esercizio dell’attività termale nello stabilimento.
Dall’Ass, infatti, è stato confermato l’arrivo della richiesta di autorizzazione al Dipartimento di prevenzione da parte di Terme Romane Srl, la società che gestisce lo storico impianto, recuperato grazie a una partnership pubblico-privata a fronte di un investimento di circa 5 milioni di euro (di cui circa 3 milioni da parte del privato).
Ora si apre la fase istruttoria che comporta, è stato spiegato, una serie di verifiche e sopralluoghi in ordine ai requisiti termali. Da qui i termini indicati dall’Azienda sanitaria Isontina, la cui risposta è prevista appunto entro 60 giorni.
C’è da augurarsi, come ha auspicato l’assessore regionale all’Ambiente, Sara Vito, che le procedure, pur nel rispetto della congruità delle verifiche sanitarie che devono essere effettuate, possano venir accelerate, mettendo in grado Terme Romane Srl di aprire lo stabilimento quanto prima.
A chiederlo e a volerlo, del resto, sono anche i tanti monfalconesi che attendono di poter usufruire dei servizi termali dopo che la storica palazzina è stata recuperata mantenendo le caratteristiche architettonico-strutturali delle origini, e che ha già ottenuto da parte del Comune il collaudo tecnico con il via libera all’agibilità. Un interesse verso questa struttura testimoniata anche dal numeroso pubblico, costituito da semplici cittadini, che ha voluto essere presente il giorno dell’inaugurazione dell’edificio ristrutturato.
Quello della Terme Romane è un progetto ambizioso ed evidentemente complesso, basti considerare che l’opera di recupero e risanamento del sito termale è durata otto anni.
L’autorizzazione sanitaria rappresenta una tappa propedeutica e imprescindibile per ottenere il “placet” all’esercizio dell’attività termale, quindi all’avvio delle erogazioni di tutte le prestazioni previste, terapeutiche ma anche i trattamenti non legati a patologie. Ottenuta l’autorizzazione sanitaria, sarà la volta dell’accreditamento sanitario, presupposto necessario per poter poi ottenere le eventuali convenzioni con le Aziende sanitarie. La procedura di accreditamento è di competenza della Regione, attraverso la Direzione centrale della Sanità.
Solo una volta ultimata anche questa fase, sarà possibile pertanto procedere con la richiesta delle convenzioni sanitarie, al fine di permettere agli utenti le prestazioni agevolate, stabilite dai cosiddetti “livelli assistenziali minimi garantiti”, a fronte di uno specifico elenco di terapie ammissibili. L’assessore regionale Sara Vito, da parte sua, ha ribadito: «L’obiettivo rimane quello di fare delle Terme Romane di Monfalcone il secondo sito termale della regione, assieme ad Arta Terme».
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